Caso Sicignano spunta un intermediario

I genitori del giovane ucciso dal pensionato chiedono vendetta e rifiutano il perdono.

Caso Sicignano spunta un intermediario
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Caso Sicignano, ora spunta anche la figura dell'intermediario. Non si è conclusa la vicenda del pensionato vapriese dopo la richiesta di vendetta da parte dei genitori del ragazzo ucciso.

Caso Sicignano

La vita di Francesco Sicignano cambiò per sempre la notte del 20 ottobre 2015. Quella  notte, infatti, un giovane albanese, Gjergi Gjoni penetrò nella villetta di via Cagnola dove il pensionato abita con la famiglia per rubare. Il pensionato sentì dei rumori e andò a vedere e quando si trovò di fronte una figura che andava verso di lui fece fuoco, uccidendo il giovane. La sua posizione venne archiviata dalla Giustizia italiana ma i genitori del ragazzo hanno chiesto vendetta in base al Kanun, un codice utilizzato ancora in alcuni villaggi di montagna dell'Albania, che prevede una sorta di legge del taglione dove sangue chiama sangue.

L'intermediario

La vicenda è stata portata alla luca da un servizio de Le Iene che hanno intervistato i genitori del ragazzo e,  successivamente hanno provato a far intervenire un intermediario per ottenere il perdono. Giunto dall'Albania sulle rive dell'Adda il mediatore ha incontrato Sicignano e ha creduto alle sue parole ma rientrato in patria si è trovato davanti al diniego dei genitori del ragazzo con il padre che si è detto disposto a concedere il perdono solo nel caso in cui Sicignano si rechi in Albania e sia disposto a risarcire la famiglia del ragazzo. Una possibilità che il pensionato vapriese non sembra voler prendere in considerazione. La spada di Damocle, rappresentata dalla vendetta basata sul Kanun, continua quindi a pendere sul capo di Sicignano e di tutti i componenti maschi della sua famiglia.

 

 

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