Carugate: Ceme, è scontro tra azienda e sindacati

Carugate: Ceme, è scontro tra azienda e sindacati
Pubblicato:
Aggiornato:

 "Ieri i sindacati hannoavuto la possibilità di scegliere tra fare politica o i reali interessi dei nostri lavoratori. Avrebbero potuto firmare un accordo per dare a oltre metà dei lavoratori una nuova prospettiva occupazionale, e agli altri un incentivo economico doppio rispetto a quello definito nell’ultimo accordo firmato dagli stessi sindacati un anno fa".  

All'indomani del mancato accordo, e della conclusione delle trattative, per salvare gli 83 dipendenti di Ceme ancora in bilico (in 14 hanno aderito alla proposta aziendale), l'azienda ha duramente criticato l'operato delle organizzazioni sindacali.

"Anche ieri hanno scelto – come in ogni precedente occasione di incontro nell’ambito della procedura - di preoccuparsi esclusivamente di una strumentalizzazione politica grottesca e anacronistica, triste epilogo di una trattativa durata due mesi e mezzo durante la quale non vi è mai stata una coerente e sensata controproposta sindacale in grado di affrontare la discussione in termini concreti riguardo al piano di riassetto industriale prospettato dall'azienda - hanno fatto sapere da Ceme - Ci saremmo aspettati la ricerca congiunta di soluzioni che fossero in grado di offrire ai dipendenti coinvolti un ventaglio di proposte che mediassero le due posizioni; abbiamo solo assistito alla scelta sistematica di ignorare l'esigenza di ricercare la continuità di lungo periodo dell’intera azienda, cosa che dovrebbe stare a cuore sia all’impresa che ai lavoratori. Siamo rammaricati perché di fronte a proposte concrete, l’atteggiamento tenuto è sempre stato di puro ostruzionismo".

Durissima la replica della Fim Cisl per bocca del segretario Christian Gambarell.

"Scontato e retorico, oltre che grottesco e da vecchi ‘padroni ideologici’ è stato l’atteggiamento della dirigenza di Cemedurante tutta la fase della lunga trattativa, nella quale ha cercato di scaricare sui dipendenti e sul sindacato le proprie responsabilità e inefficienze manageriali - ha replicato -  Come Fim abbiamo sempre mostrato massima apertura ad approfondire tutte le eventuali soluzioni che, però, scongiurassero in ogni modo il licenziamento, senza alternativa, per ogni lavoratrice e lavoratore dello stabilimento di Carugate.  L’azienda ha mostrato il ‘bullismo’ arrogante di chi gonfia solo i muscoli e fa la voce grossa, accennando a soluzioni che però fino all’ultimo si sono rivelate aleatorie e prive di fattibilità, chiedendo alle organizzazioni sindacali solo l’avvallo ai licenziamenti e carta bianca per poter fare figli e figliastri tra i lavoratori e garantire soluzioni occupazionali solo ai pochi loro prescelti.  L’utilizzo del contratto di solidarietà invece, così come proposto da Fim e Fiom, avrebbe permesso una gestione più congrua della difficile vertenza, garantendo all’azienda il raggiungimento dei propri obiettivi e nel contempo preservando i lavoratori dall’impatto tremendo del licenziamento senza prospettive”.

Il servizio completo sul giornale in edicola e in versione sfogliabile web per pc, smartphone e tablet da sabato 26 agosto.


Seguici sui nostri canali