Carabinieri uccisi a Melzo: "Così abbiamo preso il killer"

Il racconto di Pietro Marocco, uno di coloro che contribuì all'arresto di Antonio Cianci nel 1979.

Carabinieri uccisi a Melzo: "Così abbiamo preso il killer"
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Era l'ottobre del 1979 quando Antonio Cianci uccise tre carabinieri a Melzo. Una notte di sangue che rimarrà indelebile nei ricordi di chi la visse.

Tre carabinieri uccisi a Melzo

Il maresciallo Michele Campagnuolo, l'appuntato Pietro Lia e il carabiniere Federico Tempini furono giustiziati sull'asfalto della Sp14 all'altezza della rotonda di Liscate. Da quel momento scattò una caccia all'uomo che coinvolse l'intera Compagnia carabinieri di Cassano d'Adda. Prima a Melzo, dove era stato poche ore prima dalla compagna di allora, quindi a Pioltello dove si sapeva avesse frequentazioni.

"L'abbiamo preso grazie a una soffiata"

Tra i militari che hanno dato la caccia a Cianci c'era anche Pietro Marocco, ai tempi carabiniere scelto di stanza a Pioltello. "Abbiamo ricevuto una chiamata al centralino, "dite a Petrosino che ci cercano è in via Roma" - ha raccontato - Lo abbiamo trovato con addosso ancora le pistole usate nell'omicidio. Ma stavolta non è stato abbastanza veloce".

La memoria a Bussero

A ricordo del loro sacrificio a Bussero una strada, quella che porta al nuovo centro polifunzionale, è stata intitolata da tempo proprio ai "carabinieri caduti".

Un concerto in memoria

Il resto dell'intervista potete trovarla sul giornale in edicola o nella versione online per pc, smartphone e tablet. Intanto da non perdere il concerto organizzato dall'Anc di Melzo e dalla Filarmonica cittadina il prossimo 3 novembre alle 21. Presso il Teatro Trivulzio di piazza Risorgimento si esibirà la Fanfara del Reggimento Lombardia dei carabinieri.

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