Capotreno trova cadavere di una suicida: allarme da Sindrome da stress post traumatico
Si chiama Sindrome Post Traumatica da Stress: le statistiche parlano chiaro, tanti i dipendenti di Trenord ne soffrono in seguito ai traumi generati da situazioni alle quali assistono.
Capotreno trova cadavere di una giovane suicida a Pavia e ha un malore: si tratta dell’ultimo episodio in ordine di tempo di una fenomeno che inizia a preoccupare.
Capotreno trova cadavere di una suicida
L’ultimo episodio si è registrato ieri, domenica 9 settembre, a Pavia. Una capotreno ha avuto un malore in seguito al ritrovamento del cadavere di una giovane suicida, in pessime condizioni. Venerdì 7 settembre, invece, si è avuta un’aggressione: una donna senza biglietto è saltata addosso all’addetto di Trenord graffiandogli il viso con le unghie. Allargando lo sguardo oltre la gravità del singolo caso, si assiste a un fenomeno preoccupante: i traumi subiti dal personale di Trenord nell’ambito dello svolgimento del proprio lavoro.
Sindrome da stress post traumatico
La Sindrome da stress post traumatico è stata teorizzata e riconosciuta come una vera e propria patologia invalidante in termini universali a seguito delle conseguenze osservate sui reduci della guerra del Vietnam. In realtà la letteratura scientifica e i documenti storici abbondano di indizi che rivelano le pesanti conseguenze sulla psiche umana di soldati o persone che hanno assistito o subito eventi scioccanti ed extra ordinari quali stragi di massa e aggressioni particolarmente violente.
La situazione dei lavoratori di Trenord
Statistiche alla mano, pare che siano una ventina i lavoratori di Trenord che, in poco più di due anni, si sono presentati agli sportelli dell’Inca Cgil in cerca di supporto a causa degli effetti che gli episodi violenti subiti – proprio nel contesto lavorativo – hanno avuto sulla loro psiche. Si tratta di donne spaventate all’idea di tornare al lavoro in seguito ad aggressioni subite ma anche capotreno traumatizzati dalla vista di persone che si sono suicidate sui binari o investite sulle loro tratte di competenza. Immagini indelebili dei corpi straziati che tornano ad infestare continuamente i loro pensieri.
Numeri che devono far riflettere
Per cogliere appieno l’entità del problema vengono in soccorso i numeri. Nel 2017 il personale viaggiante Trenord ha subito 118 aggressioni e 201 minacce: nei primi 5 mesi del 2018 siamo già a 43 aggressioni e 107 minacce. Al quadro si aggiungono bande di bulli, rapine, atti sessuali sui convogli e il ruolo di “catalizzatori” della rabbia dei passeggeri a causa deiritardi e disservizi. Trenord ha allestito una rete di accompagnamento per i dipendenti rimasti coinvolti in episodi violenti: prima di rientrare dalla convalescenza passano dal centro medico della stazione Garibaldi dove presta servizio anche una psicologa. Se il lavoratore presenta ancora i sintomi di un trauma non superato viene indirizzato verso un percorso di terapia mirata. Sono stati avviati anche programmi di formazione — oltre a quelli di sicurezza preventiva — per preparare il personale a gestire le situazioni di stress emotivo.
Via a tutti i costi
Una delle conseguenze è la fuga dal ruolo di capotreno alla volta di riassegnazioni ad altri incarichi. Ha fatto scalpore l’episodio del capotreno che ha simulato un’aggressione, accusando un generico uomo di colore di averlo accoltellato alla mano, al solo scopo di farsi trasferire.