Campo nomadi in un terreno agricolo: il Comune ordina lo sgombero
Le ordinanze del Municipio di Brugherio per le roulotte e le casette spuntate in un'area ai confini con Cologno Monzese e Sesto San Giovanni

In autunno erano comparse le prime roulotte. Poi, nell’arco di pochi giorni, ecco arrivare camion, caravan e casette prefabbricate ancorate al terreno, così da creare un piccolo nuovo "condominio" che però non aveva alcuna ragione d’esistere. Anche solo per il fatto che è sorto su un terreno a destinazione agricola e non residenziale.
Nuovo accampamento di nomadi nel Parco della Media Valle del Lambro
Un nuovo accampamento di nomadi, dove vivono alcuni bambini con le rispettive famiglie, è spuntato all’interno del Parco della Media Valle del Lambro, nel territorio di Brugherio. E su di esso si sono già accesi i riflettori del Municipio, che ha emesso due ordinanze per intimare agli abitanti del campo e al proprietario del sedime di bloccare l’allestimento e rimuovere tutte le strutture adibite ad abitazione, che col passare dei mesi hanno preso il posto degli orti e delle serre precedentemente esistenti nel terreno.
L'abuso edilizio e le ordinanze del Municipio
L’area in questione di sviluppa lungo una traversa di via San Maurizio al Lambro, ai confini con Cologno Monzese e Sesto San Giovanni, non nuova, purtroppo, a occupazioni non autorizzate. Qui alcuni terreni diventati di proprietà comunale, a seguito di acquisizioni al patrimonio dell’ente per abusi edilizi non sanati, si alternano ad altri di proprietà privata, alcuni dei quali vengono correttamente utilizzati, conformemente a quanto prevede il Pgt, per la coltivazione fai da te. Per altri, invece, non avviene lo stesso.
L'area non nuova a occupazioni non autorizzate
È questo il caso di un appezzamento protetto da una pesante recinzione e cancellata in ferro battuto, anch’esso a destinazione agricola, sul quale però verdure e attrezzi hanno lasciato da tempo il posto ad abitazioni prefabbricate. Recentemente la giustizia amministrativa ha confermato la validità dell’azione dell’Amministrazione comunale, che aveva chiesto già una decina di anni fa il ripristino dei luoghi e che si appresta a diventare proprietaria anche di questo terreno.
Adesso si palesa all’orizzonte un altro caso, del tutto simile, nella speranza che la risoluzione dell’ennesimo problema (un altro abuso edilizio) non si protragga troppo nell’arco del tempo, trascinandosi alle calende greche. Anche perché si inseriscono questioni non prettamente urbanistiche, ma anche di sicurezza.
Dal campo, infatti, partono dei cavi alquanto provvisori e improvvisati per garantire l’erogazione della corrente elettrica. Senza tralasciare l’aspetto degli elettrodomestici, come le lavatrici, che non essendoci gli allacciamenti alla rete fognaria con molta probabilità scaricano direttamente nel terreno.