«Bimba celiaca discriminata»: la protesta della mamma

Contattata per un commento in merito alla vicenda, la dirigente scolastica non ha fatto pervenire dichiarazioni.

«Bimba celiaca discriminata»: la protesta della mamma
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«Bimba celiaca discriminata». A dirlo è la mamma, che pretesta per alcuni episodi che hanno coinvolto sua figlia alla scuola materna di Fara d’Adda.

«Bimba celiaca discriminata»

«Mia figlia non deve essere discriminata». E’ il grido di una mamma, Azzurra Nocchi, che da tre anni lotta per evitare che la sua piccola venga additata come diversa solo perché celiaca. Nulla da eccepire nei confronti del menù quotidiano senza glutine che le viene servito, né delle insegnanti. Sono in prima linea perché la bimba abbia lo stesso trattamento riservato agli altri alunni della scuola materna farese. I guai sono sorti per situazioni particolari, e parlare con la responsabile della mensa e con il referente della «Sodexo» che prepara i pasti non ha finora portato i risultati sperati.

Niente pane, solo crackers

«I problemi nella vita sono altri, lo dico sempre alla mia bambina, essere celiaca nel 2018 è qualcosa che si può affrontare serenamente – ha raccontato la madre – E lei lo ha capito: è la prima a chiedere se nel cibo è presente o meno il glutine, e accetta di buon grado che gli altri bambini mangino in modo differente. Ma se a tre anni poteva non notare certe sfumature, ora che ne ha sei ne soffre. Perché se tutti ricevono un panino, a lei devono essere date gallette o cracker? Il pane senza glutine esiste: se costa di più sono disposta a pagare la differenza, o a portarlo io. Mi è stato risposto che pago già la tariffa piena e che per legge nulla più arrivare da fuori. Ora, d’accordo che ci sono delle regole da rispettare, ma allora solo perché la mia piccola è l’unica celiaca della scuola deve subire una discriminazione? A quell’età i bambini sanno essere molto pungenti. Lo stesso accadeva per la torta di compleanno che fino a poco tempo fa veniva servita ogni mese».

Stoviglie di plastica

Ma c’è un altro episodio, che per fortuna è stato risolto, che ha turbato molto la piccola: «Le servivano il pasto in piatti e posate di plastica, pure di colore diverso dalle stoviglie degli altri – ha continuato – C’era il timore che la lavastoviglie non levasse del tutto il glutine… Ma la stessa Asl, da me interpellata, ha affermato che non esiste nessun protocollo in merito. Alla fine, solo dopo mie continue rimostranze, hanno utilizzato gli stessi piatti che si usano per tutti gli altri». L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata a Carnevale. «Erano avanzate delle chiacchiere e così hanno deciso di servirle la settimana dopo la festa – ha concluso la mamma – Solo che quelle per la mia bimba erano finite. Ma invece di prenderne un pacchetto le hanno servito frutta passata. Chiaro che i compagni glielo hanno fatto subito notare, e con il papà è scoppiata a piangere. Non credo che il menù si improvvisi, si decide prima. Pensare che hanno appena aperto un negozio per celiaci a Canonica, e bastava chiedessero che sarei corsa io ad acquistarle…. Ho verificato il giorno stesso e c’erano».

Dialogo inutile

«Di questi problemi ho discusso fino alla noia con la responsabile mensa e con il referente dell’azienda, ma non è servito a nulla – ha concluso la madre – E’ una bambina sola che ha questi problemi e quindi la cosa non si affronta. Non sono una mamma che interferisce nel metodo educativo, anzi, e le maestre sono sempre state splendide, hanno fatto di tutto per impedire che mia figlia si sentisse esclusa. Oggi ho fissato un appuntamento con la dirigente scolastica. L’anno prossimo mia figlia comincia le elementari e non voglio continuare così, inoltre spero che la mia battaglia serva ad altri bimbi celiaci come la mia».

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