Asfalti Brianza, consiglieri comunali incontrano il prefetto: "La salute va tutelata"
Le proposte e le richieste presentate da sei politici locali in rappresentanza dei 47 firmatari di una recente lettera
Asfalti Brianza, consiglieri comunali incontro il prefetto: "La salute va tutelata". Le proposte e le richieste presentate da sei politici locali in rappresentanza dei 47 firmatari (di quattro Comuni) di una recente lettera.
Asfalti Brianza, consiglieri dal prefetto
Le relazioni di Arpa e Ats "sono insufficienti a garantire il pieno rispetto dei diritti dei cittadini", in primis quello della salute. L'azienda con sede a Concorezzo, inoltre, al centro da anni di un vortice di polemiche (ma non solo) per gli odori e le paure legate alle emissioni in atmosfera, va delocalizzata lontano dai centri abitati. A queste due richieste formulate in occasione dell'incontro tenutosi oggi, mercoledì 5 agosto 2020, in Prefettura, a Monza, se ne è aggiunta un'altra: che venga pronunciato un secco "no" all'utilizzo del fresato nel processo produttivo, "che aggraverebbe significativamente la condizione dei residenti". Senza contare la "inopportunità" della presenza al tavolo di supervisione promosso dalla Prefettura della proprietà dell'azienda, con avvocato al seguito. In un lungo comunicato congiunto, i consiglieri comunali Margherita Brambilla, Simone Castelli, Francesco Facciuto, Marco Lamperti, Paolo Piffer e Giuseppe Procopio (Monza, Concorezzo, Brugherio e Agrate Brianza) hanno fatto il punto a poche ore dalla fine dell'incontro. Settimana scorsa l'intervento della Procura e della Provincia di Monza e Brianza aveva portato allo stop della produzione fino al 30 settembre.
La posizione
Ecco i rilievi dei consiglieri fatti al prefetto Patrizia Palmisani.
- Abbiamo rilevato come le relazioni ARPA e ATS, a proposito della qualità e della salubrità dell’aria, siano insufficienti, in linea di principio, per garantire il pieno rispetto dei diritti dei cittadini, costituzionalmente previsti. Infatti, i dati relativi alle emissioni e alla qualità dell’aria sono stati raccolti in un periodo in cui l’azienda ha lavorato a tratti, con orari ridotti e nella consapevolezza di essere attenzionata dai controlli dell’autorità. Per questo, anche a fronte della documentazione oggi disponibile e protocollata presso la Prefettura, abbiamo affermato in modo risoluto che tali relazioni non possono bastare per chiudere il capitolo a proposito dei rischi per la salute di centinaia di residenti.
- Abbiamo ribadito come si presenti un’incompatibilità, nei fatti, tra il persistere dell’azienda sull’area e il quieto vivere della cittadinanza residente nei pressi del sito. Questa incompatibilità, con visibili ricadute sotto il profilo fisico e psicologico di molti cittadini, a fronte di sei anni di gravi disagi e più che legittime preoccupazioni, rischia di aggravare il clima di sfiducia nelle istituzioni che ad oggi hanno un ruolo attivo, di supervisione o di coordinamento.
- Abbiamo sottolineato come il percorso attivatosi a seguito dell’intervento della Procura e della sospensione dell’AUA da parte della Provincia, possa portare a complicazioni non trascurabili. In particolare, tenuto conto delle richieste dell’azienda di aumentare la produzione e utilizzare il materiale fresato nel ciclo produttivo, richieste oggi inserite in un nuovo iter autorizzativo, abbiamo chiesto al Prefetto di vigilare affinché il piano di rientro approntato dall’azienda, da presentare entro il 14 agosto e rendere esecutivo entro il 30 settembre, non sia occasione per accogliere queste richieste. L’aumento della produzione e l’utilizzo del fresato finirebbero con
aggravare significativamente la condizione dei residenti, come peraltro hanno ribadito le parti tecniche coinvolte nella Conferenza dei Servizi dell’8 luglio. - Abbiamo sottolineato come riteniamo inopportuna la presenza della proprietà al tavolo di supervisione promosso dalla Prefettura, peraltro in presenza dell’avvocato dell’azienda, cosa che consente di rappresentare nella sede istituzionale l’interesse particolare del soggetto controllato. Questa inopportunità è resa palese se si tiene in considerazione il fatto che è invece assente una rappresentanza dei cittadini, oggi organizzati in un comitato, che vivono direttamente il problema delle emissioni e lamentano da anni l’inefficacia dell’azione amministrativa della Provincia di Monza e Brianza e del Comune di Concorezzo.
Poi la conclusione:
"Riteniamo che il Prefetto possa valutare con attenzione, e quindi accogliere, tutti i rilievi critici presentati, nella convinzione che un’interlocuzione positiva e collaborativa tra le istituzioni possa essere la migliore garanzia per i diritti dei cittadini, oltre che l’antidoto più efficace rispetto al clima di sfiducia che oggi è doveroso registrare. Anche per questo, abbiamo ribadito la nostra richiesta di intervenire con tutti gli strumenti disponibili e previsti dalla legge per porre fine alla situazione in essere".
Il Comitato Sant'Albino San Damiano fuori dal tavolo prefettizio
Il Comitato ha condiviso pienamente la posizione dei consiglieri. Aggiungendo di ritenere però "vergognoso che il prefetto rifiuti la partecipazione almeno come uditori al Comitato di quartiere Sant'Albino San Damiano come rappresentante di un numero cospicuo di cittadini - ha commentato dall'associazione Paolo Teruzzi - Ricordiamo le più di mille segnalazioni raccolte col nostro blog, le oltre 1.700 firme raccolte dal 12 luglio per la chiusura di Asfalti Brianza. La provincia è intervenuta solo perché lo aveva già fatto la Procura: non poteva farne a meno e comunque anche in questa occasione ha buttato all'azienda il solito salvagente ordinando che entro il 14 agosto questa azienda ultra inadempiente, abbia ancora la possibilità di produrre pseudo innovazioni tecnologiche che potrebbero prevedere un forte aumento della produzione e l'utilizzo indiscriminato del fresato che hanno accumulato illegalmente in questi anni. Sarebbe una vergogna intollerabile a cui ci opporremo in tutti i modi e in tutte le sedi".
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