dopo le indagini

Arrestato a Canonica d'Adda uno dei responsabili di una rissa davanti a un locale a settembre

fermato anche un altro soggetto a Brembate di Sopra. I due sono ritenuti responsabili di aver ferito alcune persone con un coltello e una bottiglia di vetro

Arrestato a Canonica d'Adda uno dei responsabili di una rissa davanti a un locale a settembre
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Dopo una lunga serie di indagini i Carabinieri sono arrivati a far scattare le manette. E lo hanno fatto anche a Canonica d'Adda, dove, secondo le accuse sarebbe domiciliato uno dei responsabili di una violenta rissa avvenuta in un bar della Bergamasca.

La rissa a Mozzo

A effettuare l'arresto sono stati i Carabinieri della Compagnia di Bergamo, a conclusione di una complessa attività investigativa. Hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Bergamo nei confronti di due soggetti sospettati di aver commesso la rissa del 24 settembre davanti a un bar di Mozzo.

L’attività d’indagine, attraverso la visione e l’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza, è stata condotta dalla Stazione Carabinieri di Curno e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo.

L’attività ha consentito di ricostruire la dinamica dell’evento e di individuare i presunti responsabili della violenta rissa dove erano rimasti feriti due soggetti, uno colpito al fianco sinistro da un coltello nonché da un “taser” e l’altro colpito al capo con una bottiglia. Le vittime a seguito dell’aggressione riportavano una prognosi uno di venti e l'altro di tre giorni.

Revoca della licenza

A seguito dell’evento, al bar in questione è stata revocata la licenza, in quanto all’interno del locale in diverse occasioni si erano verificate risse e problemi per  l’ordine e la sicurezza pubblica.

Gli autori dell’aggressione, un 33enne di origine dominicana e un 26enne di origine tunisina, sono stati rintracciati presso i loro domicili, rispettivamente a Canonica e a Brembate di Sopra.

Dopo le formalità di rito i soggetti sono stati accompagnati alla Casa circondariale di Bergamo a disposizione della Magistratura.

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