Area ex Torriani l' ultimo proprietario coinvolto nello scandalo tangenti brianzole

L'imprenditore edile residente ad Arcore era il titolare della ex legatoria di Cologno Monzese quando era ancora in attività.

Area ex Torriani l' ultimo proprietario coinvolto nello scandalo tangenti brianzole
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Area ex Torriani di Cologno Monzese clamorosa rivelazione circa la legatoria abbandonata di corso Roma 85, al centro di numerose polemiche legate alla presenza di amianto.

Area ex Torriani

L'imprenditore edile Giuseppe Malaspina, residente ad Arcore è l'ultimo proprietario dell'azienda quando questa era ancora in attività. Risulta tra i coinvolti dall'inchiesta della procura di Monza in merito all'ipotesi di un’associazione a delinquere creata per compire reati tributari e fallimentari.

Aste deserte

"Ci stavamo chiedendo come mai il curatore fallimentare non stesse procedendo a nuove aste -  ha detto Monica Motta, capogruppo in Consiglio comunale del Movimento 5 stelle -. Ci chiediamo quindi se questa storia c'entri qualcosa".

Problema amianto

"Queste notizie riportano all'attenzione l'urgenza di un sopralluogo all'interno dell'area  - ha aggiunto il consigliere regionale pentastellato Massimo De Rosa - Sono mesi che chiediamo al curatore fallimentare di potervi accedere, ma ogni richiesta è stata finora negata. Per questo motivo ci siamo rivolti al giudice. Ci auguriamo che queste ultime sconcertanti notizie, permettano di velocizzare l'iter della nostra richiesta. Chiediamo che si possa fare chiarezza, una volta per tutte, su di una questione che mette quotidianamente a rischio la salute dei cittadini".

Operazione "Domus aurea"

Malaspina è il nome di spicco di un'operazione della Guardia di Finanza che ha portato a 21 arresti e 28 sequestri tra immobili (anche ville in Sardegna e appartamenti a Courmayeur), terreni e quote societarie. L'indagine era partita nel 2014 dopo un esposto su un’operazione immobiliare del 2010 a Correzzana (Monza e Brianza).

Nove persone in carcere, dodici ai domiciliari

Nove persone sono dunque finite in carcere, dodici ai domiciliari, una con l’obbligo di dimora, cinque con obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Infine, tre, tra i quali di fratelli di Giuseppe Malaspina, con il divieto di esercitare l’attività professionale per un anno.

 

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