Agente carcerario sequestrato da detenuti: avevano un piano omicida
Dura la denuncia del Sappe, sulla questione interviene anche l'assessore De Corato.
Agente sequestrato da detenuti nel carcere a sud di Milano, a Bollate. E’ successo ieri sera, domenica 3 febbraio 2019.
Agente sequestrato da detenuti
Ieri sera, domenica 3 febbraio, un poliziotto in servizio nel carcere di Bollate è stato sequestrato da due detenuti che avevano lo scopo di uccidere un terzo carcerato. A raccontare i dettagli di questa vicenda sono i colleghi di Settegiorni.it. Fortunatamente l’uomo è uscito illeso. A denunciate il fatto è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Non è un caso isolato questo. Infatti è solo uno di una lunga catena interminabile di violenza nel carcere di Bollate dove il personale della Polizia Penitenziaria è al centro dell’irresponsabile sfrontatezza alle regole da parte di alcuni detenuti.
Matteo Savino, vice segretario regionale SAPPE racconta l’accaduto
“Ieri sera due detenuti del Reparto isolamento del carcere di Bollate hanno prima puntato alla gola una lametta e una forbice al poliziotto in servizio nel Reparto e lo hanno poi imbavagliato, legato e chiuso in una cella con lo scopo era di ammazzare un altro detenuto. Prontamente intervenivano altri colleghi ed Ispettori di Polizia Penitenziaria di supporto che riuscivano ad allontanare i detenuti ed a liberare il collega. Solo con l’esperienza e la professionalità del personale di Polizia penitenziaria presente e quello accorso in supporto si è evitato il peggio.”
L’intervento di De Corato
A intervenire sulla questione relativa non soltanto al caso specifico verificatosi ieri sera, ma sulle condizioni delle carceri lombarde, è l’assessore alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia
Locale della Regione Lombardia, Riccardo De Corato.
“L’ennesima dimostrazione di quali siano le condizioni emergenziali nelle quali sono costretti a lavorare ogni giorno gli agenti negli istituti di pena italiani. Esprimo vicinanza all’agente minacciato e sequestrato ed a tutti i suoi colleghi che nel tempo hanno assolto un compito gravoso, a causa del sovraffollamento delle carceri, con una popolazione carceraria sempre più multietnica e spesso violenta, e con le strutture carenti di personale. La problematica della sicurezza non riguarda solo Bollate, ma tutte le carceri, come dimostrato dai continui episodi di violenza verificatisi a Milano, da San Vittore all’istituto di pena minorile Beccaria. Da un questionario legato allo stress da lavoro correlato, compilato da 600 agenti che prestano servizio all’interno delle carceri italiane, è emerso che il 35,45% degli agenti della Polizia penitenziaria si trova in una condizione di elevato rischio ‘suicidio’ per la presenza di un forte stato depressivo, ansia, alterazione della capacità sociale e forti sintomi somatici. Solo nel 2017 sono stati 6 gli uomini della polizia penitenziaria che si sono tolti la vita in servizio, prima di recarsi sul luogo di lavoro o appena terminato il turno. Sempre 6 sono stati nel 2016 e 5 nel 2015”.