Le indagini

Accoltella un collega e muore gettandosi dal Duomo, poi il ritrovamento di un cadavere nel laghetto

La scia di sangue lasciata dietro di sé da Emanuele De Maria: autore di un femminicidio nel 2016, poteva uscire dal carcere per lavorare

Accoltella un collega e muore gettandosi dal Duomo, poi il ritrovamento di un cadavere nel laghetto
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Emanuele De Maria, 35 anni, non potrà raccontare quello che a tutta evidenza appare il secondo femminicidio commesso nella sua vita. Né potrà spiegare perché, sabato 10 maggio 2025, all'alba, il detenuto del carcere di Bollate ammesso al lavoro esterno nell'Hotel Berna, vicino alla stazione Centrale, abbia accoltellato per cinque volte il suo collega barista, l'egiziano Hani Nasr, che, dopo delicati interventi chirurgici, è ora fuori pericolo di vita e sarà sentito dagli investigatori della Squadra mobile della Questura e dai pm.

La scia di sangue lasciata dietro di sé da Emanuele De Maria

De Maria, che era detenuto per aver ucciso una ragazza tunisina di 23 anni a Castel Volturno, in provincia di Caserta nel 2016, si è buttato ieri, domenica, dalle terrazze del Duomo, morendo all'istante.

Poco dopo i Carabinieri, con l'aiuto dei sommozzatori dei Vigili del fuoco e a seguito della segnalazione di un passante, hanno trovato in un laghetto del Parco Nord, tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, il corpo di quella che appare a tutti gli effetti la sua seconda vittima: Chamila Wijesuriya, 50 anni, sposata con un figlio, che era scomparsa da venerdì pomeriggio. La donna aveva due tagli alla gola e altri ai polsi. Anche Chamila lavorava all'Hotel Berna, era italiana di origine cingalese. Il dramma si era intuito quando un addetto dell'Atm, venerdì, aveva trovato il cellulare della donna in un cestino alla fermata Bignami della metropolitana, non distante dal Parco Nord. Il marito la cercava dopo essere stato avvertito che la moglie non si era presentata al lavoro all'hotel Berna. Il cellulare potrà servire a chiarire i rapporti tra i due.

L'ultimo incontro con la 50enne trovata morta nel Parco Nord

De Maria, che era stato assunto a tempo indeterminato alla reception, venerdì, finito il lavoro, non era rientrato in carcere: aveva incontrato Chamila, come pare avesse fatto altre volte, e le telecamere intorno al Parco Nord avevano ripreso i due mentre passeggiavano (nella foto, tratta dall'Ansa). Altre telecamere, due ore dopo, avevano immortalato De Maria da solo alla fermata Bignami della metro. L'uomo deve essersi nascosto tutta la notte e ha atteso il collega fino alle 6 di sabato, per colpirlo cinque volte con un coltello e fuggire mentre l'egiziano cercava salvezza nella struttura alberghiera.

Nel frattempo gli investigatori avevano collegato il ferimento alla scomparsa di Chamila ed erano cominciate le ricerche di entrambi. Si temeva che De Maria potesse aver preso un treno per fuggire all'estero, come aveva fatto dopo l'omicidio della giovane tunisina di Castel Volturno e per questo era stata messa in allerta anche la Polfer.

Il primo femminicidio del 2016

Dopo quel femminicidio del 31 gennaio del 2016 era stato catturato nel 2018 in Germania, al confine con i Paesi Bassi. Poi il carcere a Secondigliano e il trasferimento a Bollate dove avrebbe potuto avere una seconda chance con la possibilità di lavorare fuori fino al fine pena previsto nel dicembre del 2030.

Seconda chance che ha gestito nel modo peggiore possibile, uccidendo l'amica, a giudicare dai tagli alla gola e ai polsi e ferendo in modo grave quello che riteneva probabilmente il suo rivale nel rapporto con la donna. Nel pomeriggio di domenica l'atto finale: dopo essersi nascosto per 48 ore, ha pagato regolarmente il biglietto per la visita al Duomo. E' salito fino alle terrazze e si è gettato. Nonostante i traumi della caduta, gli agenti della Squadra Mobile non hanno impiegato molto tempo a riconoscerlo: con sé aveva frammenti di documenti d'identità di Chamila.

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