11 luglio sciopero di bus, tram e metro: tutte le informazioni
Iniziativa indetta dal sindacato Cub Trasporti contro la privatizzazione del servizio di pubblico trasporto milanese.
11 luglio sciopero di bus, tram e metro. Iniziativa indetta dal sindacato Cub Trasporti contro la privatizzazione del servizio di pubblico trasporto milanese.
11 luglio sciopero di bus, tram e metro
Domani, 11 luglio 2019, sciopero di bus tram e metro dalle 8,45 alle 15,00 e dalle 18,00 a fine servizio indetto da Cub Trasporti per dire no al progetto di privatizzazione “Milano next” e all’aumento del biglietto del Tram. "Milano Next è un’associazione d’imprese che intende prendere in gestione il servizio di trasporto pubblico dell’intero bacino di Milano, Monza-Brianza, Lodi e Pavia per i prossimi 15 anni, attraverso lo strumento del project financing - ha spiegato Cub - Lo stesso sistema usato per la costruzione di M5 e M4 e che oggi “costringe” il Comune ad aumentare il biglietto a 2 euro i cui proventi finiranno proprio nelle casse delle aziende private impegnate nella realizzazione dei suddetti metrò".
"No alla privatizzazione del servizio pubblico"
"La novità è che Atm si propone assieme a Busitalia, IGPDecaux, A2A, Hitachi Rail Italy e altri soggetti privati già quotati in borsa - ha aggiunto - Questa operazione ha quindi lo scopo di conferire a soggetti privati la gestione del trasporto pubblico e la realizzazione delle relative infrastrutture, in cui ATM non sarà più il centro unico di controllo, ma un frammento di un consorzio pubblico-privato che avrà come scopo quello di distribuire dividendi ai privati. Si determinerebbe inoltre una situazione di monopolio che renderebbe quasi
impossibile il ruolo di controllo degli enti pubblici (a partire dallo stesso Comune di Milano). L’ingresso dei privati nella gestione del trasporto pubblico su larga scala porterà inevitabilmente con sé la “necessità” di distribuire dividendi che non andranno più eclusivamente nelle casse del Comune, quindi ai cittadini. Per fare ciò l’unico sistema non potrà che essere rappresentato dalla riduzione dei costi fissi, quindi, da tagli al servizio, alla manutenzione e al personale, abbassamento dei salari e dei diritti, aumento degli orari di lavoro, diminuzione dei riposi".