Vimodrone conferisce la cittadinanza ordinaria al procuratore antimafia Nicola Gratteri
La cerimonia si è tenuta ieri, lunedì 15 maggio, in sala consiliare. Durante l'evento il procuratore rispondendo alle domande degli studenti intervenuti ha parlato della sua vita sotto scorta e della lotta alla mafia
Ieri, lunedì 15 maggio 2023, Vimodrone ha conferito la cittadinanza onoraria al procuratore antimafia Nicola Gratteri. Presenti, oltre al sindaco Dario Veneroni, l'esperto di 'ndrangheta e saggista Antonio Nicaso. Giovanna Brunitto (presidente di Rete antimafie Martesana) e Luigi Piccirillo (presidente dell'associazione culturale Su la testa).
Tanti anche i cittadini, che hanno riempito la sala consiliare di via XI febbraio per assistere alla cerimonia e ascoltare gli interventi dei relatori.
Nicola Gratteri cittadino onorario di Vimodrone
Un ulteriore contributo di Vimodrone nella lotta tutte le mafie. Questo il significato del conferimento della cittadinanza onoraria al procuratore Nicola Gratteri, sotto scorta dal 1989 per le sue inchieste contro l'ndrangheta. Così il sindaco Dario Veneroni ha commentato la decisione del Comune, votata all'unanimità dal parlamentino il 27 aprile 2023.
E' un momento significativo per la nostra comunità. Un evento che non vuole essere fine a se stesso, ma costituire prima di tutto un'occasione di riflessione e testimonianza. Da anni la nostra amministrazione si impegna a promuovere la cultura della legalità e a contrastare le mafie e la corruzione. Una scelta fatta non solo a parole, ma anche nei fatti agendo in primo luogo con un'azione costante nella macchina amministrativa affinché correttezza, trasparenza ed efficienza siano costantemente presidiate.
Gratteri:"C'è uno zoccolo duro da abbattere per sconfiggere definitivamente le mafie"
Protagonisti dell'evento, gli studenti della scuola secondaria di primo grado della città che hanno potuto intervistare Gratteri, che a chi ha chiesto se sia possibile eliminare totalmente le mafie dalla società ha risposto così.
Credo che con un sistema giudiziario diverso da quello che c'è oggi, alzando l'asticella e creando un sistema di non convenienza a delinquere e investendo in modo significativo nell'istruzione sarà possibile abbattere le mafie dell'80 per cento. Basterebbe solo la volontà politica di farlo.
Non mi sento di parlare di sconfitta totale, perché oltre alla criminalità organizzata intesa in senso classico, oltre alle forme evolute che usano internet e hacker e che sono in grado di fare riciclaggio sofisticato, c'è uno zoccolo duro che richiede più tempo, cioè la mentalità mafiosa: gente comune, che pensa di essere nel giusto ma nella realtà ci sono momenti della vita in cui ha reazioni mafiose, comportamenti da "furbi", sleali.
Gratteri e la vita sotto scorta:"Scombussola e impedisce di fare le cose più normali"
Durante l'evento, Gratteri ha raccontato anche cosa significa vivere sotto scorta, esperienza con cui si trova a fare i conti dal 1989.
Ti scombussola la vita, cambia la normalità perché impedisce di fare le cose più normali o banali come andare a prendere un gelato o fare una passeggiata. Comporta non andare a scuola a vedere la recita di tuo figlio o a colloquio dagli insegnanti. Non si può vivere la vita che fanno tutti. Tutto questo col tempo muta, si aggrava, diventa sempre più asfissiante.
E' dura: non è un periodo di sei mesi o di sei anni, è più la vita con la scorta che senza. Tutti questi sacrifici e queste privazioni si superano però solo se si è convinti che vale la pena. Se si crede di star facendo qualcosa di importante e utile, allora lo accetti. Altrimenti non si sopporterebbero nemmeno sei mesi.
L'appello alle scuole: "Portate i ragazzi a visitare le comunità terapeutiche"
Tra le domande, ha trovato spazio anche un intervento contro le "droghe leggere". A introdurre l'argomento Giovanna Brunetto, che ha chiesto come mai si fatichi a far capire che "anche il semplice spinello significa sovvenzionare la mafia". Gratteri ha risposto così:
Significa anche altre cose, oltre che ingrassare le mafie. Diciamo che le scuole e gli insegnanti oltre ai progetti sulla legalità secondo dovrebbero fare un'altra cosa: portare i ragazzi in una comunità terapeutica, a parlare con i tossici e chiedere la loro storia.
Questa sarebbe la migliore lezione contro le droghe. Potete evitare di portare esperti e teorici dell'antimafia o della tossicodipendenza. Le droghe leggere dal punto di vista scientifico non esistono più. Il Thc, il principio attivo della marijuana, non è più come quello di un tempo.
Arriva al 65 per cento ora e non si può più parlare di droghe leggere. Comprando la canna si sovvenziona anche la mafia, ma questo è il minimo. Comprando la canna ci si rovina la vita, perché l'uso sistematico di marijuana porta alla riduzione della corteccia cerebrale, da adulti dà problemi psichiatrici o di schizzofrenia.