25 NOVEMBRE

Vignate davanti alle sue scarpe rosse: un grido silenzioso per le donne uccise e per chi non vuole voltarsi dall’altra parte

Davanti all’auditorium l'opera ricorda nomi, mestieri e vite spezzate dalla violenza sulle donne, in un gesto condiviso tra istituzioni, scuole e realtà del territorio

Vignate davanti alle sue scarpe rosse: un grido silenzioso per le donne uccise e per chi non vuole voltarsi dall’altra parte

In occasione della Giornata contro la Violenza sulle donne, martedì 25 novembre, davanti all’auditorium di Vignate, una rete intrecciata ha accolto paia di scarpe rosse, leggere come ricordi e pesanti come assenze. Ogni paio porta un nome, un mestiere, una vita spezzata.
Avvicinarsi significa sentire una stretta reale: nulla è simbolo, tutto è storia vera.

Se un giorno non dovremo appendere altre scarpe, vorrà dire che avremo ottenuto qualcosa.

ha detto il sindaco Diego Boscaro.

All’inaugurazione erano presenti anche i primi cittadini Antonio Fusè (Melzo), Rodolfo Corazzo (Rodano) e Gianfranco Massimo Giordano (Settala).

Le parole che scavano: testimonianze e riflessioni

Tra gli interventi più intensi, quello della scrittrice vignatese Gabriella Marchese, autrice di “Noo Giulia!!! L’amore non basta”. La sua storia di un amore che diventa incubo è arrivata come monito, ma anche come spinta a rialzarsi.

Le rappresentanti di Rete Viola e Gruppo Antiviolenza hanno dato voce ai nomi delle vittime, mentre l’avvocato Ilaria Sottotetti ha ricordato una verità difficile da ignorare:

La violenza non fa distinzioni: i carnefici possono essere colletti bianchi o tute blu.

Le nuove generazioni di fronte al problema

Gli studenti della secondaria Carlo Levi, insieme ai loro insegnanti, hanno riportato l’attenzione sull’importanza di educare al rispetto fin da piccoli.
L’assessore all’Istruzione Margherita Sartori ha messo in guardia dai contenuti aggressivi sul web che raggiungono i ragazzi ogni giorno, capaci di distorcere la percezione della donna e ridurla a oggetto.

Un’idea che diventa responsabilità

L’installazione nasce da un’idea della consigliera Roberta Masci: un gesto collettivo che guarda al futuro e alla responsabilità di tutti.

Queste donne non erano numeri e non lo saranno mai. Le loro vite non possono scomparire nel silenzio. Dobbiamo ricordare ciò che è accaduto e impedire che capiti ancora.

ha sottolineato nel suo intenso intervento.