Piano attuativo

Via Cevedale: Bene Comune Cernusco diffida il Comune

Secondo il gruppo ambientalista non è stato adeguatamente considerato il rischio idraulico del futuro insediamento

Via Cevedale: Bene Comune Cernusco diffida il Comune

Bene Comune Cernusco riaccende l’attenzione sui campi agricoli di via Cevedale: l’associazione ambientalista ha inviato una diffida al Comune in merito al rischio idraulico legato al piano attuativo approvato lo scorso agosto che prevede la costruzione di nove palazzine.

La diffida

“Le valutazioni idrauliche e idrogeologiche alla base del progetto si fondano su dati obsoleti e non aggiornati rispetto alle mutate condizioni meteoclimatiche che negli ultimi anni hanno visto un incremento degli eventi estremi”. questo il fulcro della diffida inviata il 28 ottobre dall’associazione ambientalista.

La portavoce Jasmine La Morgia ha sostenuto che la stessa delibera che dà il via al piano attuativo riconosca la necessità di ridurre l’impermeabilizzazione del suolo e mitigare il rischio idraulico, ma al tempo stesso dichiari il piano immediatamente eseguibile:

Una contraddizione evidente, se si pensa che oltre 14 mila metri quadrati di terreno agricolo verrebbero trasformati in superfici impermeabili

Il piano comunale di gestione del rischio idraulico classifica Cernusco come area ad “alta criticità”. La Morgia ha continuato:

Nonostante ciò l’impatto idraulico del piano è stato valutato solo per le aree in cessione pubblica, come parcheggi e piazze, rinviando ai successivi permessi di costruire la verifica dei nove edifici residenziali previsti. È un approccio inadeguato, perché l’intervento va considerato come un comparto unitario

Le richieste di Bene Comune

Nella diffida, Bene Comune chiede di sospendere i titoli edilizi legati al piano fino all’aggiornamento delle valutazioni idrauliche, di rivedere lo studio comunale con dati aggiornati su falda e permeabilità e di considerare in modo cumulativo l’impatto dell’intero comparto. Tra le proposte, anche l’applicazione concreta del modello di “Città spugna” (un modello di pianificazione urbana che utilizza soluzione basate sulla natura per assorbire, trattenere e filtrare l’acqua piovana), l’istituzione di un tavolo tecnico-partecipativo con Regione, Città Metropolitana, Gruppo Cap, Plis Est delle Cave, associazioni e comitati, e la creazione di una piattaforma digitale, sul modello “Decidim” di Barcellona, per permettere ai cittadini di seguire e commentare lo sviluppo del progetto. A tre mesi dall’approvazione del piano, l’associazione ambientalista ribadisce l’intenzione di mantenere alta l’attenzione.

Chiediamo trasparenza, informazione e strumenti di reale interazione con l’Amministrazione, perché la sicurezza idraulica e la tutela del suolo non restino semplici slogan