Un'estate "Libera" contro le mafie per i ragazzi di Rodano
Dall'oratorio sono partiti per Crotone una settimana, in cui hanno dato una mano facendo la propria parte nella lotta all'indifferenza
Non è facile nella piccola realtà di Rodano conoscere a fondo come operano le mafie, però l'ignoranza e l'inconsapevolezza vanno combattute, perché l'indifferenza è l'alimento principale della criminalità organizzata. Ecco perché l'oratorio ha aderito al campo di Libera a Crotone.
"Estate Liberi" da Rodano a Crotone
Libera contro le mafie ogni anno propone dei campi estivi sparsi per l'Italia con lo scopo di invitare adolescenti e giovani a conoscere e approfondire la conoscenza del fenomeno mafioso, della rete invisibile che si nutre di indifferenza e silenzio infido.
A Crotone il campo tematico di "Estate Liberi" questa settimana ha visto la partecipazione di 22 ragazzi provenienti dall'oratorio di Rodano, che oltre a momenti di incontro e riflessione che sono serviti per venire a contatto con la storia di chi ha dato la propria vita per la legalità (a 31 anni dalla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino), hanno potuto darsi da fare attivamente con rastrelli e picconi per riqualificare luoghi deturpati.
Un'esperienza nata dall'oratorio
Coi rodanesi è sceso il parroco don Paolo Pupillo, insieme all'educatore. A parte il clado, l'esperienza si è rivelata formativa e utile, durata una settimana e terminata ieri, domenica 23 luglio 2023. Ecco le parole del sacerdote:
I ragazzi andavano dalla prima alla terza superiore e hanno risposto molto bene a tutte le attività proposte da Libera. Non è stato difficile convincerli a partire; del resto sono giovani dell'oratorio. Hanno valori e motivazioni forti nel cuore, appena aperte le iscrizioni le ho praticamente chiuse istantaneamente, hanno aderito in molti.
La risposta è stata entusiasta, tutti e 22 hanno lavorato sodo e sono tornati a casa con uno spirito diverso, più consapevoli circa la 'Ndrangheta, ma anche consci del fatto che le mafie non "vivono a Crotone" e basta, ma operano in maniera ormai uniforme e subdola, forti dell'indifferenza. Per indebolirne bisogna parlarne, e vivere esperienze come il campo appena trascorso in Calabria contribuiscono a seminare. Lo hanno riconosciuto gli stessi partecipanti:
Abbiamo dato una mano. Si tratta di realtà che se non si vivono attivamente sulla propria pelle si fatica a comprendere.