Teatro lirico

Una melzese nel primo team italiano a vincere il prestigioso Ring Award 2025

La scenografa Giulia Bruschi ha conquistato con la sua squadra il prestigioso riconoscimento per professionisti emergenti. I loro progetti gireranno prestigiosi teatri di tutta Europa

Una melzese nel primo team italiano a vincere il prestigioso Ring Award 2025
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"Italians do it better", uno slogan ideale se riferito all’edizione 2025 del Ring Award, uno dei principali premi per chi opera nel mondo della lirica. Perché ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento per la prima volta nella storia è stato un team interamente italiano che annoverava al suo interno anche una giovane di Melzo: la scenografa classe 1989 Giulia Bruschi.

Il primo team italiano a vincere il premio

Una prima volta che stupisce se si considera che il canto lirico italiano è stato iscritto nel patrimonio dell’umanità protetto dall’Unesco a partire dal dicembre 2023, eppure sino a domenica mai un team totalmente tricolore era riuscito nell’impresa di convincere una giuria di esperti, direttori artistici di prestigiosi teatri, con una proposta che sapesse abbinare la tradizione lirica all’innovazione, alla creatività e alla sperimentazione.

C’è riuscito egregiamente il team composto da Giorgio Pesenti (regia), Riccardo Mainetti e Giulia Bruschi (scenografia e costumi), Elena Patacchini (drammaturgia) e Matteo Castiglioni (video & sound design) che, con il loro "Orfeo. La fine di tutte le cose", hanno strappato applausi e consensi da parte della giuria ottenendo il primo premio. Oltre a un riconoscimento di natura economica, la squadra italiana potrà realizzare una produzione operistica in una delle sedi dell’Opera di Graz, teatro che ha organizzato e ospitato il concorso. Inoltre la loro rappresentazione è stata talmente apprezzata da ottenere la programmazione in altri due teatri europei: l’Opera di Montpellier e al Teatr Wielki di Poznan in Polonia.

Un riconoscimento prestigioso nel mondo dell'opera

Il Ring Award è un concorso internazionale di teatro musicale per regia, scenografia che si tiene in Austria. Il suo obiettivo è offrire a giovani emergenti una piattaforma professionale per il lavoro pratico, premiando i risultati eccezionali. I candidati devono superare tre frasi, sottoponendosi al giudizio di una giuria composta da professionisti del settore (direttori artistici, registi d’opera e artisti internazionali). Le tre squadre che arrivano alla finale devono portare in scena un estratto dell’opera sul palco dello Schauspielhaus di Graz. Ed è quello che è accaduto domenica, quando la formazione italiana ha strappato lo storico successo.

Questo concorso è nato per essere un luogo dove sperimentare approcci innovativi all’opera lirica ed è una vetrina prestigiosa per i giovani che lavorano in questo ambito artistico - ha spiegato Giulia, laureata in Architettura al Politecnico di Milano e in Scenografia e costume all’Accademia delle belle arti di Brera - E’ stato un percorso durato un anno dove il nostro team ha lavorato sul tema proposto, l’Orfeo di Claudio Monteverdi, dando una visione contemporanea e innovativa di questo classico. In particolare abbiamo analizzato musica e parole per risalire ai tempi principali, quello della relazione amorosa e della morte in giovane età. Abbiamo così immaginato un forma differente, dove l’eroe è un uomo anziano costretto a superare un doppio conflitto: la morte di una persona che ha amato per tutta la vita e la solitudine di chi è rinchiuso in una casa di riposo costretto a confrontarsi con la fine della vita.

Premiato il pensiero fuori dai canoni tradizionali

Una proposta fuori dai canoni "tradizionali", ma che ha saputo affrontare un tema di stretta attualità in un’Europa sempre più vecchia, in cui le aspettative di vita si allungano sempre di più. E proprio questa grande intuizione del team italiano è valso il primo posto con i complimenti della giuria tecnica.

E’ stato un grande onore ricevere questo riconoscimento e rappresentare la nostra Nazione, un risultato storico per l’Italia che testimonia una vitalità in questo campo artistico che purtroppo viene spesso visto come qualcosa di “vecchio” e lontano dalle nuove generazioni. Ma in realtà non è così - ha concluso Giulia - Sicuramente l’Europa offre più occasioni per sperimentare, specialmente ai giovani emergenti come possiamo essere noi. Penso che sia un momento dove sia necessario aprire anche all’innovazione, affrontando temi sociali che toccano la sensibilità delle persone.

Grazie a questo primo progetto, il team artistico di cui fa parte la melzese ha ottenuto grande notorietà internazionale e avrà la possibilità di mettersi alla prova con teatri prestigiosi. Nella speranza che "The Italians", come sono stati soprannominati, possano essere profeti anche in Patria.

Credit foto in copertina Susanne Hassler Smith

 

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