Una lapide per Hanna Herasimchyk nel cimitero di Trecella
Il paese di Pozzuolo si stringe nel dolore ad un anno dalla scomparsa della donna uccisa dal compagno

Si è svolta giovedì 12 giugno 2025, la cerimonia di benedizione della tomba dove riposerà temporaneamente Hanna Herasimchyk, la donna di 46 anni uccisa dal compagno un anno fa a Trecella (frazione di Pozzuolo Martesana). A un anno dalla sua scomparsa.
Come si è svolta la mattinata
La cerimonia ha avuto luogo davanti alla tomba della donna dove per l'occasione sono stati posti fiori e dalle ragazze del Grest alcuni cuori rossi. Il via alle 11 alla presenza di don Daniele Caspani, il sindaco Angelo Maria Caterina, l'assessore Stefania Pedroni e i membri della comunità. Tutti per dare il proprio saluto alla concittadina con una commemorazione semplice e molto toccante.
Ad aprire una preghiera e alcuni canti, seguita dalla lettura della lettera scritta dall'avvocato che si sta occupando della triste vicenda, non presente fisicamente.
Un sentito ringraziamento alle persone e al parroco presente per la benedizione. In occasione del primo anniversario dalla scomparsa di Hanna, questa cerimonia e questo atto da parte della comunità e dei cittadini rappresenta per la famiglia un gesto enorme di solidarietà. La famiglia lo sente e ringrazia.
Infatti, nonostante la fede ortodossa, i familiari hanno accettato subito la proposta portata avanti dalla comunità di Pozzuolo di realizzare e posizionare una targa dedicata ad Hanna. Così da indicare e benedire il luogo dove momentaneamente riposerà il corpo. Almeno finché non farà ritorno a casa, in Bielorussia. Ma questo accadrà solo dopo il processo.
La placca, su cui è presente il nome, una foto di Hanna e una scarpetta rossa, è merito della città e in particolare del Bar Coop di Trecella, che si è occupato della raccolta fondi.
Sull'accaduto si è espressa anche l'Assessore Pedroni:
Ciò che è accaduto è purtroppo uno dei probabili, visto che il processo deve ancora iniziare, casi di mattanza di donne. La comunità si è stretta intorno alla famiglia e a queste spoglie, in attesa che possano riportarla a casa. Avremo cura di Hanna finché sarà qui con noi. Il messaggio che voglio e continuo a dare a tutti, ragazzi e ragazze è di denunciare. Chi picchia una volta, picchia altre volte. Dove c’è violenza non può esserci amore.
Tra i partecipanti anche la sorella
Alla cerimonia era presente anche la sorella, Tatiana Herasimchyk, arrivata questa mattina con il primo volo da Valencia (Spagna) per assistere alla benedizione. E pronta a ripartire con l'ultimo volo della giornata. Mentre il fratello maggiore, Sergej Herasimchyk, non è riuscito a venire. Vive ancora in Bielorussia, paese di origine dei tre fratelli, con i genitori.
La sorella Tatiana, tra le lacrime, ha voluto condividere una testimonianza sull'accaduto:
Sono grata di quello che hanno fatto per mia sorella minore. Ora aspettiamo solo di poterla portare a casa. Ultimamente parlavamo spesso per telefono e una volta ci siamo anche viste a Valencia, era venuta trovarmi. Abbiamo trascorso 2 giorni passeggiando e quella è stata l'ultima volta che l'ho vista. L’estate scorsa entrambe saremmo dovute tornare a casa in Bielorussia, per visitare la nostra famiglia. I nostri genitori sono ancora lì. La mamma non può viaggiare per motivi di salute e per quello che sta succedendo. È molto complicato. Dalla spagna a qui non è niente, sono due ore, ma da lì è impossibile.
Ha proseguito poi:
Il compagno di Hanna non lo conoscevo bene. Mi ha chiamato solo l’anno scorso per informarmi della sua morte, che a detta sua era stato causato da un attacco di cuore. Chiaramente si è inventato tutto. Però noi abbiamo pensato subito fossero stati i nervi. Lei stava male e aveva problemi di questo tipo. Ora mi rendo conto che era per la vita che faceva. Mi diceva sempre che discutevano. Poi una volta che è morta lui mi diceva delle cose strade e vedevo che non stava male, ma ha sempre detto che doveva essere forte. All’inizio non pensavamo fosse stato lui, ma a poco a poco abbiamo iniziato a sospettare.
Infine per concludere:
Voglio ringraziare il paese di Pozzuolo Martesana per questo ricordo dedicato a mia sorella. Mi piacerebbe che queste cose non succedano più. Che non ci siano più madri né fratelli che piangono per motivi del genere. Le persone devono vivere e godere della bellezza della vita.








