Un picchetto d'onore per ricordare la strage di Liscate: dopo 44 anni una ferita ancora aperta
Sono stati ricordati il maresciallo Michele Campagnuolo, l'appuntato Pietro Lia e il carabiniere Federico Tempini
Sono passati 44 anni da quella terribile notte: era il 9 ottobre del 1979 quando Antonio Cianci uccise tre carabinieri alla rotonda di Liscate. Ancora oggi, i parenti, le Forze Armate, le amministrazioni e i concittadini ricordano il maresciallo Michele Campagnuolo, l'appuntato Pietro Lia e il carabiniere Federico Tempini.
Dopo 44 anni la strage alla rotonda di Liscate è una ferita aperta
Furono giustiziati sull'asfalto della Sp14 all'altezza della rotonda di Liscate. Da quel momento scattò una caccia all'uomo che coinvolse l'intera Compagnia carabinieri di Cassano d'Adda. Prima a Melzo, dove era stato poche ore prima dalla compagna di allora, quindi a Pioltello dove si sapeva avesse frequentazioni. Poi Cianci è stato arrestato e condannato, ma l'immenso vuoto nel cuore delle famiglie che quella notte hanno perso tre dei loro cari non è mai stato colmato.
Per questo ogni anno, davanti al cippo in loro memoria, ci si ritrova, per non dimenticare il loro coraggio.
Stamattina, lunedì 9 ottobre 2023, c'erano tutti: i parenti dei carabinieri uccisi, i sindaci di Liscate, Melzo, Truccazzano e Vignate, i Carabinieri in congedo della sezione di Melzo al completo, i Carabinieri della compagnia cittadina e di Pioltello, insieme alla Protezione civile e a tanti cittadini che hanno conosciuto e voluto commemorare i tre militari.
"Un esempio da non dimenticare"
Il sindaco di Liscate Lorenzo Fucci ha fatto gli onori di casa e ha ricordato i tre caduti come un esempio da non dimenticare, insieme al sindaco Antonio Fusè.
Queste persone hanno dato la vita durante il loro servizio, non devono essere dimenticate, ma portate come esempio. Un grazie a tutte le Forze dell'Ordine per quello che fanno quotidianamente, per un compito da svolgere così importante, dove si rischia la vita.