Tra pace e riarmo: quale futuro per l'Europa?
Al centro civico di piazza don Milani un incontro stimolante sul riarmo europeo e sul futuro ruolo dell’Unione all’interno di uno scenario internazionale sempre più incerto

Guerra, armi, dazi, violenza ma anche pace, disarmo, diplomazia: questi sono alcuni dei temi che ormai plasmano la nostra realtà storica ed entrano nel dibattitto comune. Per cercare di fare chiarezza il circolo Acli “G.Fanin” di Limito e la Rete per la pace di Pioltello hanno promosso un incontro di approfondimento, sulla scia della testimonianza dei genitori di Luca Attanasio, ambasciatore di pace nella Repubblica Democratica del Congo.
Sono intervenuti Luca Jahier, esperto di associazionismo e cooperazione internazionale e membro del Cese (Comitato economico sociale europeo), e Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne di Rete italiana pace e disarmo. L’organizzazione del tavolo di confronto è stata affidata ai Giovani delle Acli milanesi e al Gruppo Scout di Pioltello, che hanno moderato il dibattito.
Guerra e pace
Nel mondo attualmente sono in corso 56 conflitti armati che coinvolgono complessivamente 92 Paesi. La pace però, secondo i due ospiti, non può essere considerata solo come assenza di guerra.
Bisogna ribaltare la definizione negativa e intraprendere un percorso di nonviolenza: la pace è diritti per tutti. Per raggiungerla, è ovvio, non deve esserci la guerra ma questo non basta
ha detto Francesco Vignarca.
Concetto ribadito anche da Luca Jahier, il quale ha aggiunto:
La pace, soprattutto dopo una guerra, è costruzione di diritti, libertà e progresso sociale. Una pace è giusta se contribuisce a ricostruire ciò che è stato distrutto; se permette di riconciliare le popolazioni e costruire ponti, dialogo e cooperazione.
E proprio l’Unione Europa è un esempio di come, dopo una guerra, nazioni fino a poco tempo prima nemiche si siano unite per creare un nuovo ordine internazionale.
Il paradosso delle armi
Il dibattito si è poi spostato sul recente Rearm Europe, il piano di riarmo europeo volto a rafforzare le capacità militari dell’Unione. I due relatori hanno però evidenziato il fatto che questo progetto di riarmo non getti le basi per una politica estera comune o per una difesa comune, ma semplicemente offra nuovi fondi per le spese belliche dei singoli Stati nazionali.
Intanto nel mondo, mentre proliferano le guerre, cresce vertiginosamente la spesa militare globale (in Europa non era mai stata così alta) alimentando un pericoloso circolo vizioso; e al contempo aumenta anche il numero di morti civili.
Com’è possibile infatti costruire la pace attraverso le armi? Anche papa Leone XIV nel suo primo discorso da pontefice ha lanciato l’invito ad una “pace disarmata e disarmante”.
Un’alternativa possibile
La costruzione di una pace continua e duratura è una delle sfide su cui si sta giocando il futuro dell'Unione Europea: la capacità dell'Ue di rispondere al cambiamento degli equilibri mondiali sarà determinante per affrontare le numerose crisi in atto.
L’incontro si è concluso dunque con la proposta di alternative al riarmo tra cui la nonviolenza, la messa al bando delle armi nucleari e i Corpi civili di pace ma soprattutto la necessità di partecipazione collettiva e di cooperazione internazionale.



