Solo un nido comunale aperto su tre: a Brugherio quasi 40 bimbi restano fuori
Lunga lista d'attesa. E nemmeno l'acquisto di posti nei plessi convenzionati col Municipio basta
Quasi 40 bambini (38 per l'esattezza) in lista d’attesa, che non sono riusciti a entrare nell’unico asilo nido pubblico di Brugherio aperto e funzionante o nelle strutture private convenzionate col Comune.
Il tema asili nidi a Brugherio
Una situazione a dir poco difficile. Il Munari, infatti, non è in grado di sopperire a tutte le richieste delle famiglie, con l’Andersen chiuso da anni in attesa di riqualificazione (i lavori sono bloccati per un contenzioso al Tar del Lazio incentrato sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza) e un altro plesso, quell’Edilnord, che è stato recentemente riqualificato dall’operatore privato che lo aveva avuto in gestione, ma le cui porte restano desolatamente sprangate.
Il "dossier" ereditato dalla nuova Amministrazione
Questa la fotografia non edificante scattata dal neo assessore all’Istruzione (e vicesindaco) Mariele Benzi, che in queste prime settimane di incarico sta seguendo diversi "dossier" ereditati dalla precedente Amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Marco Troiano.
"Sinceramente non capiamo perché la struttura dell’Edilnord non sia stata utilizzata negli anni passati - ha sottolineato Benzi - Abbiamo eseguito un sopralluogo all’interno e le condizioni sono buone. Poteva essere usato in sostituzione dell’Andersen, ma non è stato fatto".
La lista d'attesa è stata un po' limata
Modificando il rapporto numerico educatori/alunni, il Municipio è riuscito a ritagliare alcuni posti in più all’interno del Munari per la sezione dei piccoli. Ma la coperta resta comunque corta, per non dire cortissima. Benzi ha inviato una lettera alle famiglie, per illustrare la situazione e giustificare una «misura-tampone» che altre Amministrazioni hanno preso, come quelle di Milano, di Monza e di Sesto San Giovanni.
Un tema, quello degli asili nido, inserito in un periodo nel quale la questione della natalità e della conciliazione famiglia-lavoro è centrale nel dibattito pubblico nazionale. E ora non può non essere affrontato anche in chiave locale e brugherese.
"Dietro questi 38 bambini ci sono altrettanti genitori, che ora dovranno guardarsi in faccia e decidere se uno di loro sarà costretto a rimanere a casa per accudire loro figlio", ha concluso Benzi.
Una corsa contro il tempo in vista di settembre
I margini per poter riaprire "in zona Cesarini" il nido dell’Edilnord (che potrebbe ospitare una trentina di piccoli alunni) sono risicatissimi. Lo ha fatto capire chiaramente il sindaco Roberto Assi:
"Dovremmo trovare una realtà, come una cooperativa, a cui affidare un incarico magari con una forma di partenariato pubblico/privato - ha sottolineato - Ma i tempi, in vista di settembre e con agosto di mezzo, sono strettissimi. Non ce la sentiamo di fare promesse in tal senso, perché l’impresa è al limite dell’impossibile. Faremo però di tutto per ridurre i disagi delle famiglie".
Parallelamente l’Amministrazione sta cercando di capire se ci sia la possibilità di aumentare il numero di posti convenzionati acquistati dal Comune all’interno dei nidi privati. Ma anche se qualcosa dovesse maturare in tal senso, si parlerebbe comunque di poche unità.