Sindaci sotto Palazzo Pirelli: "Salviamo il Parco agricolo Sud Milano"
Tra i motivi che hanno spinto i sindaci a scendere in piazza il timore di speculazioni ed eccessivo consumo del suolo. Tra i manifestanti Liscate, Pioltello e Rodano.
Neanche la pioggia ha fermato un nutrito numero di manifestanti che oggi, martedì 22 novembre 2022, si sono presentati sotto le finestre di Palazzo Pirelli per far sentire la loro voce e gridare il dissenso contro le scelte adottate sul Parco agricolo Sud Milano.
Sindaci in manifestazione al Pirellone
Anche una parte di Adda Martesana era presente a Milano tra coloro che hanno manifestato. C'erano i sindaci di Liscate Lorenzo Fucci e di Rodano Roberta Maietti, ma anche il consigliere pioltellese (ed ex assessore all'Ambiente) del Partito democratico Walter Finazzi. Erano solo alcuni della decina di rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni che hanno deciso di aderire all'iniziativa lanciata dalla vice sindaca di Città metropolitana Michela Palestra e dal presidente del Parco agricolo.
I sindaci, Città metropolitana e il sindaco meneghino Beppe Sala contestano una questione tecnica che però potrebbe avere ripercussioni molto pratiche.
Cambio di governance contestato
Alla base della contestazione una proposta di legge non condivisa da Città metropolitana e sindaci con cui Regione Lombardia sta per modificare alcune disposizioni della legge istitutiva del Parco. Un progetto che ha detta dell'ex Provincia sarebbe privo di qualsiasi visione strategica, che non aggiunge risorse economiche e si occupa solo di governance e di nomine con l'unico obiettivo di eliminare la funzione di gestione della Città metropolitana.
Secondo i sindaci, questo progetto regionale non farebbe altro che allontanare il parco dal territorio e dai cittadini che lo vivono, accentrando le funzioni nelle mani di chi è seduto al Pirellone e andando a minare le buone pratiche e le misure di tutela che si sono consolidate nel tempo.
Il timore della speculazione
Proprio questo ultimo punto sarebbe quello che maggiormente preoccupa coloro che sono scesi in piazza per protestare. Non solo, il timore da più parti è che il cambio di guida, con la direzione del Parco che passerebbe direttamente sotto l'egida di Regione Lombardia, aprirebbe la strada alle speculazioni e al consumo incontrollato di territorio. Una posizione che è stata rimarcata con chiarezza dal capogruppo del Movimento 5 stelle Lombardia Nicola Di Marco:
Il territorio su cui insiste il Parco oggi è al centro di appetiti di grandi gruppi di interesse e non vorremmo che, con questo scippo vero e proprio da parte del Centrodestra lombardo, possano tornare in auge scellerati progetti di cementificazione dell’area, ulteriori impattanti insediamenti logistici o nuove autostrade. Domani ribadiremo che il parco appartiene ai cittadini che lo vivono e all’imprese che vi lavorano, non alla politica.