Dalla parte dei più deboli, da sempre e per sempre. Questo era padre Emilio Spinelli, da oltre 40 anni missionario in Bangladesh, morto questa mattina
Una vita trascorsa da missionario
Padre Emilio Spinelli è spirato questa mattina, venerdì, e la notizia si è diffusa ben presto in Martesana, in particolare tra Cassina de' Pecchi e Cernusco sul Naviglio dove, martedì 16 agosto alle 10, nella chiesa prepositurale, sarà celebrato il funerale
Tanti i ricordi commossi in queste ore, tra i quali quello della Comunità pastorale Maria madre della Chiesa di Cassina:
"Ciao Emilio. In modo così semplice e con confidenza da veri amici la nostra Comunità Pastorale ti saluta e ti affida con affetto al Padre Misericordioso che i tuoi occhi, i tuoi gesti, il tuo sguardo ci ha donato di vedere in tutti questi anni, e sperimentare vicino, grazie a te. Continua dal Paradiso con tanti amici (fra tutti don Bruno e Marisa..) a volerci bene e ad accompagnarci.. Noi lo faremo senz'altro per te. Ad - Dio padre Emilio!"
Comunità pastorale che ha già annunciato che ricorderà il missionario all'inizio del nuovo anno pastorale.
Una vita in missione
Padre Emilio Spinelli era un sacerdote missionario del Pime e ha legato gran parte della sua vita al Bangladesh, dove è stato in missione per oltre quarant’anni. Qualche mese fa c'era stata apprensione per le sue condizioni di salute dal momento che aveva contratto il Covid, finendo ricoverato a lungo in un ospedale locale
Padre Emilio era partito per il Paese asiatico 45 anni fa. Nel 2018, nonostante qualche acciacco di salute superato, aveva deciso di tornare, dopo un periodo trascorso in Italia. E lo aveva fatto quasi sentisse che là c’era bisogno del suo aiuto. L’arrivo della pandemia solo due anni dopo infatti, aveva compromesso la già precaria situazione sanitaria in alcune aree estremamente povere.
"A chi mi chiede se è pericoloso vivere in Bangladesh rispondo: certo che è lo è - aveva dichiarato in un’intervista al sito parrocchiale cer-
nuscoinsieme.it nel 2018 - Ma tu sei lì come testimone, pulito, credibile, per chi è cristiano, ma anche per chi lo vuole diventare, per
i mussulmani, per tutti. Sì, è un segno di speranza, per mostrare che Dio è padre per tutti. Pronti ad accogliere poveri, ammalati e orfani, senza distinzione di fede»