Shiva resta in carcere, il Riesame rigetta la richiesta della difesa
Il trapper è finito in carcere il 26 ottobre 2023 per il reato di tentato omicidio
Il trapper Andrea Arrigoni, conosciuto come Shiva, deve rimanere in carcere per la sparatoria avvenuta a luglio davanti al suo studio di registrazione a Settimo Milanese durante la quale era rimasto ferito un giovane di Cassano d'Adda, andato sul posto per una spedizione punitiva.
Decisione del Tribunale
Il Tribunale del Riesame di Milano ha rigettato la richiesta della difesa del 24enne di revocare l'ordinanza con la quale il cantante è finito in carcere il 26 ottobre 2023 con l'accusa di tentato omicidio.
Stando a quanto ricostruito dalle indagini, Shiva sparò più volte alle gambe di due lottatori di arti marziali miste, tra cui un residente a Cassano.
Secondo difensori Shiva non avrebbe sparato per uccidere, ma anzi avrebbe subìto un'aggressione dal cassanese Alessandro Maria Rossi, 25 anni, e Walter Pugliesi, 30 anni, entrambi lottatori di Mma. Per i legali del trapper sarebbero stati questi due ad attaccarlo spaccandogli la mandibola.
Gli avvocati hanno chiesto la scarcerazione e in subordine i domiciliari, sostenendo che si possano contestare a Shiva al massimo le lesioni. Per loro la vicenda andrebbe inquadrata come un "eccesso colposo in legittima difesa".
Ma il Tribunale ha rigettato la richiesta. Il video di sorveglianza non lasciava molti dubbi in merito alla ricostruzione dei fatti. Ma secondo i legali del trapper, gli spari non hanno colpito organi vitali appositamente.
Il gip ha parlato di omertà, sottolineando che i due lottatori a cui Shiva ha sparato non hanno nemmeno sporto denuncia.