Respinta la richiesta al Tar (Tribunale amministrativo regionale) presentata dalla società Alauda Srl, titolare della grande area ex Linificio a Cassano d’Adda, che chiedeva l’annullamento, previa sospensiva, dell’ordinanza contingibile e urgente firmata dal sindaco Fabio Colombo per la messa in sicurezza e la verifica statica della scarpata (di cui è proprietaria) emessa l’11 settembre 2025, un giorno dopo la frana.
Respinta la richiesta di sospensiva
Il documento dal titolo “Messa in sicurezza a seguito di crollo cordoli di contenimento del terrazzamento”, era stato indirizzato alla società e anche ai titolari di un condominio che si trova alla sommità del terreno crollato. Secondo i legali di Alauda, l’ordinanza non presentava carattere di estrema urgenza, ma il magistrato ha ritenuto che “è stata adottata per fronteggiare il serio pericolo per l’incolumità pubblica derivante da possibili nuovi distacchi e scivolamento di materiale – si legge nel provvedimento – La stessa sembra essere munita del requisito dell’urgenza qualificata che consente al sindaco di omettere la comunicazione di avvio del procedimento”.
Alauda, inoltre, ha chiesto al Tar di accertare il fatto “che il condominio di via Linificio 4, in quanto proprietario dell’area da cui è scaturito il crollo, è l’unico soggetto tenuto a farsi carico di tutti gli interventi di manutenzione, messa in sicurezza, riparazione e/o ripristino di cui alla medesima ordinanza”. Questa, infatti, è stata sin dall’inizio la posizione della società che, però, a seguito del respingimento della domanda cautelare da parte del Tribunale, ha comunque dovuto ottemperare alle prescrizioni riportate nell’ordinanza.
Presentata la relazione geologica
Nei giorni scorsi è arrivata in Comune la relazione geologica presentata dalla Srl. La analizzeremo e valuteremo se prendere anche noi un professionista. Oppure, se il documento verrà ritenuto valido e ineccepibile, chiameremo in causa il condominio dato che, per la società, la responsabilità di quanto avvenuto è tutta del manufatto. L’importante è arrivare a una risoluzione della questione e alla realizzazione degli interventi necessari in modo che questi cedimenti non avvengano più
ha spiegato il primo cittadino.
Cos’era successo
Venti metri della scarpata fluviale affacciata su via Pila avevano ceduto a causa delle intense precipitazioni che si erano verificate nella mattinata del 10 settembre. A dare l’allarme, alle 5.30, erano stati alcuni residenti in zona. Il terreno era franato dalla sommità della parete arrivando ad abbattere il muro di contenimento che protegge un complesso di appartamenti, sulla strada di collegamento fra il piazzale del Linificio e l’ingresso del parco del Dopolavoro. Sul posto, oltre al primo cittadino erano intervenuti i Vigili del fuoco, la Protezione civile, i tecnici comunali e la Polizia Locale. L’obiettivo era verificare la situazione e accertare l’assenza di rischi per le case vicine. Il condominio in quell’occasione si era fatto carico della messa in sicurezza facendo rimuovere i pietroni e ripulendo l’area.
La strada è comunale mentre la scarpata è di proprietà del Linificio. Per questo l’ordinanza era indirizzata sia al condominio sia ad Alauda affinché predisponessero perizie strutturali e geologiche e interventi che garantiscano la fruizione sicura della zona. Un anno fa si era verificata un’altra frana, di minore entità, sotto la scarpata del cimitero, poco più avanti.
Il pericolo di possibili cedimenti della scarpata su via Pila è quindi ancora reale.