il caso

Rivolta d'Adda, reparto dipendenze a rischio chiusura

Il fiore all'occhiello dell'Ospedale Santa Marta al centro del dibattito politico, ma l'Asst Crema ha garantito un pronto intervento.

Rivolta d'Adda, reparto dipendenze a rischio chiusura
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Il reparto dipendenze dell’Ospedale Santa Marta di Rivolta è a rischio chiusura: da un giorno all’altro 80 pazienti si sono ritrovati “a piedi” e la politica locale si muove per salvare il “fiore all’occhiello” del presidio sanitario cremasco.

Il reparto dipendenze  di Rivolta d'Adda rischia la chiusura

L’azienda ospedaliera non ha fatto pervenire dichiarazioni mentre nulla sapevano della situazione delle 80 persone in cura abbandonate al loro destino i consiglieri regionali cremaschi Federico Lena della Lega e Matteo Piloni del Pd, così come la deputata del Carroccio Claudia Gobbato. Tutti hanno espresso il loro apprezzamento circa il reparto di Riabilitazione dalle dipendenze, dicendosi contrari ad un suo eventuale smantellamento.

L’Ast vuole salvare il servizio

Entrambi i consiglieri hanno interpellato l’Asst Crema, ottenendo rassicurazioni che lasciano ben sperare.

“Mi è stato spiegato che la situazione è legata alla quiescenza del dottor Giorgio Cerizza e dei suoi collaboratori – ha fatto sapere Lena – Per poter dare continuità ai servizi è stata indetto un bando e dal 10 maggio dovrebbe subentrare il nuovo gestore. In quanto ai posti letto, mi hanno detto che si tratta di posti di residenzialità psichiatrica leggera, da sempre otto, in quanto non vanno confusi col numero di progetti che possono essere seguiti e che possono essere in numero diverso dagli effettivi posti”. Tuttavia i posti letto in reparto erano 18 + day hospital, detti Mac, quindi oltre una ventina, otto sono quelli negli appartamenti accreditati, anche se il lavoro effettivo era svolto su 15 persone. “La Direzione conferma il problema, c’è un nuovo responsabile operativo dai primi di aprile ma sono mancate anche due dottoresse – ha affermato Piloni – c’è un problema di personale che stanno risolvendo con la formula del bando. Mi è stato garantito che la volontà di mantenere la degenza per i pazienti affetti da dipendenze c’è”.

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