Rischiò la vita schiacciato da un bancale. Rimasto invalido, l'operaio di Trezzo ora è senza lavoro
Il 43enne Fabio Ferrara un anno fa è stato vittima di un incidente sul lavoro. "Se fossi morto la mia famiglia avrebbe ricevuto un risarcimento milionario. Forse sarebbe stato meglio".
Era il 5 gennaio 2022 quando Fabio Ferrara, operaio di Trezzo sull'Adda di 43 anni, schiacciato sotto un bancale da oltre una tonnellata all’interno degli stabilimenti della Brivaplast, azienda di Ornago specializzata nel confezionamento di prodotti cosmetici. A quasi un anno da quel terribile incidente che ha segnato per sempre la sua vita, ha deciso di ricordare quei momenti sulle pagine della Gazzetta, in uscita oggi, sabato 12 novembre.
"Sono un miracolato - ha raccontato - ma per la mia famiglia sarebbe stato meglio se fossi morto quel giorno".
5 gennaio 2022, operaio trezzese schiacciato sotto a un bancale
"Lavoravo lì soltanto da poche settimane, avevo iniziato il 13 dicembre 2021 con un contratto di somministrazione del lavoro. Quella mattina mi fu chiesto di andare nel magazzino per prelevare un bancale. Stavo camminando tra quelli che erano già stati depositati alla rinfusa, cercando quello giusto, quando uno di questi mi è caduto addosso, spingendomi in avanti e buttandomi a terra.
Un collega ha preso il muletto meccanico, ha sollevato il carico e i soccorritori del 118 hanno fatto il resto, elitrasportandomi all’ospedale San Gerardo di Monza. Le mie condizioni erano critiche, i medici dissero a mia moglie che c’era la seria possibilità che io non avrei superato la notte. Sono stato in coma tre giorni".
Oggi sta bene, ma sopravvive con un'indennità da 800 euro e nessuno lo assume
"Mi è stata accertata un'invalidità al 55%, ho un glaucoma, due vertebre cementificate e un perno di metallo nella gamba. Sono stato in ospedale un mese e poi ho iniziato con la fisioterapia Fossi morto lì, ai miei familiari sarebbe spettato un risarcimento milionario. L’azienda, che poi ho querelato, non mi ha rinnovato il contratto e al termine mi ha lasciato a casa. Vivo con circa 800 euro dall’Inail, che però ha anche effettuato un accertamento perché, secondo loro, la mia malattia sarebbe dovuta durare soltanto il 5 gennaio, quando sono passato per il pronto soccorso. Ho dovuto provare che da allora la mia vita è cambiata. Ho 43 anni, sono stato inserito nell'elenco delle categorie protette, posso ancora lavorare, ma nessuno mi assume".
Il servizio completo nell'edizione della Gazzetta dell'Adda in edicola e nell'edizione sfogliabile online per smartphone, tablet e Pc da sabato 12 novembre 2022.