Iniziativa

Rete Viola dona il kit di prima necessità agli ospedali: un conforto per le donne vittime di violenza

La pochette contiene materiali di prima necessità per chi si reca in ospedale dopo aver abbandonato la casa familiare per le violenze subite

Rete Viola dona il kit di prima necessità agli ospedali: un conforto per le donne vittime di violenza
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Articolo a cura di Giulia Florio

Giovedì 3 aprile 2025, presso la Struttura Complessa di Ostetricia Ginecologia del presidio ospedaliero di Melzo, sono state distribuite le pochette kit di prima necessità per le pazienti vittime di violenza. I kit sono stati consegnati dalle volontarie e dalla coordinatrice della Rete Viola Antiviolenza Adda Martesana, Carmen Maturo, alla presenza del personale medico, ostetrico ed infermieristico e dell’assistente sanitaria  Patrizia Diadelfo.

Il ricovero protetto e il kit di prima necessità

La collaborazione di Rete Viola con gli ospedali prevede anche un sistema di ricoveri protetti: le donne, vittime di violenza, possono recarsi al pronto soccorso ed essere ricoverate finché non vengono accolte nei centri. Nel caso in cui la donna si presenta sola, viene ospitata nel reparto di Ginecologia e ostetricia, se invece arriva in Pronto soccorso con i figli, in Pediatria.

L’idea del kit di prima necessità nasce dal fatto che molto spesso, purtroppo, quando la donna arriva in ospedale, lo fa in una situazione di estrema criticità, probabilmente in pigiama e ciabatte, senza effetti personali di alcun genere. Così Viola e le volontarie si sono proposte di consegnare loro queste pochette kit per l’igiene personale, omaggiate dal partner Carosello, contenenti spazzolino, dentifricio, shampoo, bagnoschiuma, sapone intimo e ciabatte.

Sono state per ora consegnate all’ospedale di Melzo, ma successivamente verranno distribuite negli altri presidi del territorio.

Che cos'è la rete Viola

La Rete antiviolenza Adda Martesana Viola (acronimo di Valorizzare le Interazioni per Operare come Laboratorio Antiviolenza) è una rete che abbraccia tutti i 28 Comuni dell'Adda Martesana che hanno adottato un protocollo firmatario. Si tratta di un lavoro di squadra che viene eseguito ad ampio raggio. La rete, infatti, lavora a stretto contatto con associazioni, scuole, Forze dell’ordine e ospedali, per promuovere la cultura della non violenza.

Gli sportelli sono cinque: Trezzano Rosa, Melzo, Cassano D’Adda, Pioltello e Cernusco sul Naviglio. Ogni donna, a prescindere dalla propria territorialità, può liberamente scegliere a quale sportello recarsi. I Cav, Centri Anti Violenza, sono principalmente luoghi di ascolto e accoglienza in primis, e poi di accompagnamento verso l’uscita dalla violenza.

Le case rifugio

Quando una donna si reca a uno sportello, lo fa innanzitutto volontariamente, e non ha l’obbligo di sporgere denuncia. Attraverso i colloqui conoscitivi viene valutato il percorso migliore per la vittima: si considera se mettere a sua disposizione le legali che lavorano per Rete Viola e un eventuale percorso psicologico.

Si collabora anche con i servizi specialistici del territorio per ricostruire la storia clinica della paziente. Quando le donne sono in difficoltà e non hanno un posto sicuro dove permanere, vengono messe a disposizione delle case rifugio a indirizzo segreto. Nel frattempo, con le forze dell’ordine, nel caso in cui il maltrattante è stato denunciato, si cerca di capire a che punto è il procedimento penale a suo carico, se è stato arrestato o se si è ottenuto un divieto di avvicinamento, per permettere alla vittima di tornare a casa.

Per i primi quattro mesi, le case rifugio sono a carico della Rete: questo periodo è necessario per individuare un progetto di recupero della propria autonomia e indipendenza.

La donna al primo posto

Ci auguriamo di portare avanti il lavoro di squadra. Questo ci consente di andare a raccontare che la violenza non è solo il femminicidio, ma tutta quella serie di meccanismi che vanno ad innescarsi molto prima, dalla violenza verbale, psicologica a quella fisica. E’ fondamentale saper riconoscere i segnali e indirizzare le donne ad un percorso di consapevolezza dell’esistenza di posti sicuri dove andare.  I Centri Anti Violenza non sono un luogo giudicante che va a costringere la donna a denunciare a tutti i costi, ma di accoglienza e protezione senza distinzioni

ha detto la coordinatrice di Rete Viola  Carmen Maturo.

Mai come in questi giorni, colmi ancora di notizie terribili rispetto ai femminicidi nel nostro Paese, è confortante vedere una coesa collaborazione tra associazioni del territorio ed ospedale nell'assistenza adeguata e dignitosa nei confronti delle pazienti che vengono ricoverate.

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