Rapporto ISPRA sul consumo di suolo in Lombardia, soddisfatta la regione. Legambiente: "Il cemento continua ad avanzare"
L'assessore Comazzi: "Il rapporto mette in luce il percorso virtuoso della regione". Legambiente: "La Lombardia è la regione più cementificata d’Italia"
È stato pubblicato il rapporto ISPRA sul consumo di suolo ed è scontro tra regione e associazioni ambientali. I portavoce di Regione Lombardia commentano che "i dati sul consumo di suolo in Italia evidenziano il percorso intrapreso dalla Lombardia con valori al di sotto della media nazionale", ma Legambiente ribatte: "A dieci anni di distanza dall’approvazione della norma contro il consumo di suolo, i risultati non si vedono: il cemento continua ad avanzare".
Il commento dell'assessore Comazzi
L'assessore regionale al Territorio e Sistemi verdi, Gianluca Comazzi, ha espresso grande soddisfazione per quanto emerso dal rapporto ISPRA:
“Il rapporto annuale dell’Ispra sul consumo di suolo in Italia mette in luce il percorso virtuoso intrapreso dalla Lombardia. Oltre a ridurre il consumo di suolo rispetto all’anno scorso ci posizioniamo infatti tra le migliori regioni in termini di minor consumo di suolo pro capite con valori degli indicatori al di sotto della media nazionale. Un aspetto di cui tenere conto è che buona parte del consumo di suolo lombardo ha natura reversibile (più del 65% del totale rilevato da ISPRA), ovvero si riferisce a suolo libero consumato 'temporaneamente' per attività agricole, cave, cantieri, che negli anni futuri non costituiranno più suolo consumato. Questo significa che il modello di sviluppo territoriale della Lombardia, basato sulle leggi sulla riduzione del consumo di suolo, la rigenerazione urbana e la norma sulla logistica, ottimizza meglio di altre regioni il consumo di suolo dei suoi abitanti e delle sue attività economiche. A questo proposito, non si può ignorare il fatto che produciamo il 23% circa del Pil italiano e ospitiamo il 17% circa della popolazione nazionale. Abbiamo infatti un numero di abitanti maggiore di 14 stati Ue. Questi elementi evidenziano i significativi e costanti progressi della Lombardia in termini di consumo di suolo e la validità del nostro modello di sviluppo. Il lavoro da fare è ancora tanto ma da una lettura attenta dei dati emerge che la nostra regione, in questo ambito, ha già raggiunto importanti risultati”.
Il commento di Legambiente
Diversa la lettura di Legambiente, che commenta così i dati:
"Il Rapporto ISPRA sul consumo di suolo in Italia, pubblicato oggi conferma e consolida il primato lombardo di regione più cementificata d’Italia: con 2910 chilometri quadrati di territorio lastricati da cemento o asfalto la Lombardia stacca tutte le altre regioni quanto a estensione del territorio urbanizzato, che vale ben il 12,2% dell’intera superficie regionale, un valore quasi doppio della media nazionale. Il 2023 ha segnato l’ennesimo avanzamento della cementificazione regionale, cresciuta di ben 7,3 chilometri quadrati".
Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, ha aggiunto:
"La Lombardia, insieme a Emilia Romagna e Veneto, è una delle regioni che si sono dotate di una legge contro il consumo di suolo. A dieci anni di distanza dall’approvazione della norma, i risultati però non si vedono: il cemento continua ad avanzare. L’inefficacia di queste norme sta nella incapacità di attivare processi alternativi all’uso scriteriato di suoli agricoli: si continuano a costruire capannoni logistici e data center su terreni verdi, anziché sulle troppe aree dismesse che costellano il nostro territorio, e in questo modo si perde due volte: sia sprecando suolo agricolo, sia rinunciando alla possibilità di riabilitare zone degradate".
Le fa eco Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia:
“Milano che continua a consumare suolo è una pessima notizia: altro che ‘desigillatura’ per far posto al verde permeabile. Se la crescita in verticale doveva liberare spazio per la città pubblica e per il respiro del suolo urbano, questo evidentemente non sta succedendo. Da questo punto di vista la sanatoria del ‘SalvaMilano’ è una pezza molto peggiore del buco. Sicuramente Milano mantiene una buona attrattività per gli immobiliaristi, ma per mantenerla non prende in considerazione il drammatico bisogno di grandissimi investimenti necessari a ristrutturare profondamente il suo paesaggio urbano, non più adatto a sostenere le sfide dell’adattamento climatico e della coesione sociale. Le risorse per gli investimenti pubblici non ci saranno mai se Milano continuerà a svendere rendite urbane alla speculazione immobiliare”.