Quattro ruote per ridare a Gabriele la sua libertà: al via la raccolta fondi
Vailati ha 29 anni, abita a Sesto, e una malattia neurodegenerativa lo ha paralizzato quasi totalmente. La mamma, Lucia, si sta battendo per acquistare un nuovo furgone adatto al suo trasporto
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La storia di Gabriele Vailati
Al suo fianco l’instancabile mamma Lucia, maestra in una scuola elementare, che si è sempre presa cura di lui.
Appena nato sembrava tutto bene ma il mio sesto senso di mamma mi diceva che c’era qualcosa di strano in lui. Dopo il primo ricovero al Besta la strada è stata tutta in salita. Già a un anno e mezzo Gabriele soffriva di una scoliosi gravissima, poi, oltre alla malattia, si sono aggiunte altre cose. Fino ai sei anni è stato un continuo entrare e uscire dagli ospedali. Ho sempre cercato di reagire ma dentro di me morivo.
ha raccontato Lucia. Gabriele è un ragazzo straordinario. Con l’ausilio della strumentazione adatta si è diplomato e ha frequentato corsi universitari di marketing, comunicazione, psicologia, antropologia culturale ed estetica. Ha un lavoro: è responsabile di una piattaforma junior, gestisce i rapporti con i clienti e il brand.
Un furgone per Gabriele
Vive a Sesto San Giovanni, la sua storia si è intrecciata con un sovicese, Stefano Cilurzo, che a dicembre lo ha aiutato a sistemare il furgone, che ora non è più riparabile.
Una domenica di dicembre io e Gabry siamo rimasti per strada a Milano. Abbiamo chiamato tutti i numeri possibili senza trovare un mezzo adatto a portare a casa un disabile. Nella disperazione più assoluta, nell’infinita fatica di Gabriele che muove solo un dito, nel freddo e nella nebbia, torniamo a Sesto a piedi. Impiegandoci ore e sommersi dagli insulti e dalle imprecazioni degli automobilisti che non si sono minimamente chiesti come mai un disabile, al buio e al freddo, occupasse la carreggiata. Sono tornata a casa con un enorme carico di amarezza, guardavo mio figlio che, ancora una volta, ha vissuto l'abbandono da parte di tutti.
ha proseguito Lucia
Nei giorni seguenti cerco un'officina in grado di riparare la pedana. Dopo una serie di telefonate, arrivo a Stefano, della Rest Car di Seregno. Accoglie prontamente la mia richiesta e il giorno seguente sono da lui col nostro furgone. Non solo. Mi riaccompagna col suo mezzo a Sesto. Ha capito la necessità e ha posticipato altri lavori. Ritiro il mio mezzo e alla mia richiesta del conto del suo lavoro, mi ripete più volte che non vuole nulla, che è il suo regalo di Natale. Mi sono commossa. Tra le mille difficoltà e l'infinita solitudine del vivere una vita "speciale", si è accesa una luce. Non ho potuto fare a meno di abbracciarlo. Difficile in un mondo dominato dell'egoismo e dell'indifferenza trovare un barlume di umanità.
Il furgone, purtroppo non si può più riparare. Un altro, che avevano acquistato in precedenza, gli era stato rubato sotto casa da malviventi che lo avevano usato per trasportare della droga, per poi gettarlo in un dirupo. Da qui l’appello per una raccolta fondi online sulla piattaforma GoFundMe dal titolo "Un furgone per Gabriele", partita anche su iniziativa online di "Il mondo di Gnu".
Al momento il 29enne vive nella sua camera: non può andare in ospedale a fare delle visite mediche. Le ambulanze non sono idonee al trasporto di un paziente con la sua carrozzina, molto più grande di una normale per disabili perché trasporta la strumentazione che gli permette di respirare.
Non possiamo permetterci di acquistare un furgone nuovo. Dobbiamo già sostenere notevoli spese per i dispositivi individualizzati che sono a carico delle famiglie. Nonostante le difficoltà lui è un combattente e mi ha resa più forte, facendomi scoprire una capacità di reagire e lottare che non credevo di avere
ha concluso mamma Lucia. Chi volesse effettuare una donazione lo può fare sulla piattaforma GoFundMe oppure può contattare Lucia all’indirizzo email luciamauro.196464@gmail.com.
Bene per la richiesta d'aiuto, la raccolta fondi e spero saremo in migliaia a rispondere, ma il fatto che la mamma in dicembre e in mezzo alla strada non abbia potuto avere un soccorso immediato da ASL, Ospedali, Centri Vari & Affini, è veramente indegno. Ingiusto, penoso e indegno.
Bene che sia stata data notizia anche su un quotidiano; spero sia stato pubblicato anche sul cartaceo. Ma perché no, anche su altri quotidiani. Soprattutto sarebbe stato utile evidenziare la raccolta fondi, che darebbe risalto e accelererebbe la soluzione almeno di un problema più che urgente. Non posso che augurare di tutto a Gabriele e alla sua mamma, che ne ha tanto bisogno