L'aneddoto

Quando Silvio Berlusconi tornò a Brugherio per i 50 anni del "suo" quartiere

Era il 2016: l'ex Cav rimase deluso vedendo chiuso e in disuso lo Sporting: "Mi impegnerò a riaprirlo". Ma tutto rimase così

Quando Silvio Berlusconi tornò a Brugherio per i 50 anni del "suo" quartiere
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"Lo Sporting Club è chiuso? Mi impegnerò personalmente perché venga riaperto", aveva annunciato davanti a centinaia di cittadini che presero parte alla festa per il 50esimo anniversario della sua "creatura imprenditoriale": l’Edilnord di Brugherio.

Quando Berlusconi festeggiò i 50 anni dell'Edilnord

La morte di Silvio Berlusconi ha colpito nel profondo anche i brugheresi che vivono nel quartiere ai confini con Cologno Monzese. Era il maggio 2016 e cadeva il primo mezzo secolo di vita del complesso residenziale. Tra promesse, aneddoti e racconti da amarcord, Berlusconi (commosso e ringalluzzito dal bagno di folla) promise che si sarebbe speso in prima persona per fare in modo che il comprensorio chiuso da tempo e abbandonato all’incuria potesse tornare ai fasti del passato. Insomma, avrebbe messo sul tavolo consulenti e fondi perché le lancette potessero tornare indietro al 1966, quando il club con piscina e campi da tennis rappresentava il fiore all’occhiello del quartiere residenziale che segnò l’inizio dell’ascesa imprenditoriale, nel campo dell’edilizia, dell’ex Cavaliere.

Il "suo" quartiere, lo Sporting (chiuso) e l'ipotesi caserma naufragata

L’ormai rudere di proprietà comunale è però rimasto tale. Era stata ipotizzata una possibile trasformazione nella nuova caserma dei Carabinieri di Brugherio, ma l'Amministrazione Troiano (nel 2016 era presente proprio il sindaco Marco Troiano in occasione della visita di Berlusconi) ha invece optato per un'altra location: un terreno a verde (ma azzonato a servizi) in via Aldo Moro, lì dove sarebbe dovuta sorgere la scuola superiore mai venuta alla luce.

Le parole dell'ex Cav a Brugherio

"Sono emozionato, mi aspettavo un semplice aperitivo col sindaco e invece mi trovo davanti tutti questi cittadini - aveva esordito Berlusconi quel giorno di maggio del 2016 - Grazie per questa accoglienza calorosa e commovente. Voi abitate in un luogo che un tempo era unico in Italia: box davanti alle case, servizi, terrazzi dove si può perfino giocare a ping pong. I primi anni dell'Edilnord furono terribilmente difficili, tra i problemi per avere le licenze di costruzione e la vendita dei primi appartamenti. Lavoravo dieci, undici ore al giorno: oltre al progettista, facevo anche il venditore porta a porta. E in seguito perfino l'amministratore di condominio... Ma erano gli anni della giovinezza e ricordarli, qui, mi scalda il cuore".

Un mare di aneddoti

Parole che Berlusconi pronunciò snocciolando un aneddoto dopo l’altro in una sorta di epopea tra il serio e il faceto, raccontando di fioretti per riuscire a vendere i primi immobili della struttura, inviti ad amici e parenti perché il complesso sembrasse vivo davanti ai primi potenziali acquirenti e persino di un corso intensivo per la guida di bulldozer, quando dovette pronunciare uno dei fatidici "ghe pensi mi" di fronte ai dinieghi per la demolizione della cascina che avrebbe lasciato posto allo Sporting. Già, lo Sporting...

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