Quando i soldati russi furono accolti come salvatori
Due anni fa i militari inviati da Mosca sanificarono la Casa di riposo.
In poco meno di due anni è cambiato il mondo. E ora non manca chi ha dei dubbi sui veri motivi che avevano portato i soldati russi nelle strade della Bergamasca.
Aprile 2020, i militari russi arrivano in città
Nella primavera del 2020, però, l’arrivo in città dei militari russi fu accolto in modo estremamente favorevole. I soldati di Putin arrivarono a Capriate il 2 aprile 2020. L’Italia era chiusa in lockdown e le strade erano deserte. In città le uniche persone in circolazione erano gli agenti della Polizia Locale e i volontari della Protezione civile che si apprestano ad accogliere gli specialisti inviati da Mosca per sanificare la Casa di riposo Ovidio Cerruti dove, a marzo, si erano registrati diversi decessi a causa della pandemia che stata infuriando. Ad attendere i militari russi c’erano anche i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, il sindaco Vittorino Verdi, l’assessore ai Servizi sociali Tullio Gambirasio e il capogruppo di maggioranza Patrizio Mazzola.
"Avevamo fatto richiesta"
«Avevamo fatto una richiesta per avere l’intervento dei militari russi alla Casa di riposo in appoggio all’Esercito italiano - ha ricordato Verdi - Avevano sanificato tutta la Casa di Riposo procedendo piano per piano. Prima avevano operato al pian terreno, che era stato sgombrato, poi erano saliti al primo e via così e in un giorno avevano completato la sanificazione». Il primo cittadino ha anche sottolineato l’importanza dell’intervento. «Si era rivelato molto utile dal momento che dopo la situazione era decisamente migliorata», ha aggiunto.
Ora è cambiato tutto e sono iniziati i sospetti
In poco meno di due anni è cambiato tutto anche in città. Nell’ultima seduta del Consiglio comunale il gruppo di maggioranza ha presentato una mozione condannando l’aggressione militare subita dall’Ucraina, mentre venerdì della scorsa settimana il primo cittadino e i due parroci che svolgono il loro ministero in città, don Nazzareno Bertoli per Capriate e don Ezio Rovelli per San Gervasio, hanno ricordato le vittime del Covid e quelle della guerra in Ucraina, mentre una bandiera gialla e blu faceva bella mostra di sé sulla facciata del Municipio. Il sasso nello stagno dei sospetti lo aveva lanciato qualche settimana il sindaco di Bergamo Giorgio Gori:
«Oltre ad aver sanificato le case di riposo, trenta medici russi lavorarono in Fiera e furono determinanti per il funzionamento di quell'ospedale - aveva dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera nazionale - Ma se guardiamo alla composizione di quel contingente russo, fatto solo in parte da medici, è giusto chiedersi quali fossero i loro reali obiettivi».
Parole che oggi, a un mese dall’inizio del conflitto in Ucraina e dopo le «minacce» al Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, appaiono più che campate per aria.
Il servizio completo nell'edizione della Gazzetta dell'Adda in edicola e nell'edizione sfogliabile online per smartphone, tablet e Pc da sabato 26 marzo 2022.