Protesi "sbagliate", condannato un dentista residente a Gorgonzola
Vittima una paziente di Desio che si era rivolta al centro dentistico di una società con sede anche a Cassano d'Adda
Avrebbe voluto riprendere a sorridere, ma dopo l’intervento si è ritrovata sull’orlo della depressione, con problemi estetici, di masticazione, e persino di pronuncia. Il Tribunale di Monza si è pronunciato sul caso di malasanità che ha colpito una donna 56enne di Desio che, nel 2017, si era rivolta a una società di odontoiatria con diversi centri in franchising (successivamente fallita) con sede inizialmente a Cassano d'Adda, che si appoggiava a uno studio di Biassono, come riferiscono i colleghi di Prima Monza.
Protesi "sbagliate"
I due dentisti imputati erano un 63enne milanese e un 40enne di origini sudanesi residente a Gorgonzola, che negano le accuse a loro contestate di lesioni colpose mediche. Quest'ultimo è stato condannato a 20 giorni di reclusione con la concessione della sospensione condizionale della pena, ma subordinata al pagamento alla paziente di 3mila euro di provvisionale sul risarcimento dei danni.
L’altro imputato, il 63enne milanese, è stato invece assolto.
La sentenza è stata pronunciata nei giorni scorsi dal giudice Gianluca Polastri. Secondo le accuse, sostenute in aula dal pm Vincenzo Fiorillo, la donna ha subito l’impianto di due protesti provvisorie, che si sono rivelate del tutto inadeguate, provocandole forti dolori, infiammazioni, problemi di masticazione e di fonetica.
Gli imputati avrebbero tentato vanamente di sistemare le protesi sbagliate, omettendo di rimuoverle nel tempo previsto di sei mesi. La parte lesa si era successivamente rivolta a un altro dentista, che nel corso dell’istruttoria è stato sentito in aula in qualità di testimone.
Società di Cassano
Queste le parole in aula del professionista:
La paziente aveva avuto come precedenti prestazioni quattro impianti all’arcata superiore e altrettanti a quella inferiore, con due protesi provvisorie che non erano adeguate a causa della mancanza di stabilità ed errata distanza con la mandibola. Anche gli impianti non erano eseguiti a dovere, tanto che alcuni poi li ha persi e per sostituirli ho dovuto usarne altri compatibili, perché quelli sbagliati erano di una marca sconosciuta, che non riuscivo a rintracciare nemmeno cercandoli in rete.
L’odontoiatra ha anche ricordato davanti al giudice che la donna non aveva una masticazione corretta e aveva problemi anche a parlare, ma anche a livello estetico aveva subìto psicologicamente un danno importante, che l’aveva fatta precipitare sull’orlo della depressione.
La stessa paziente, peraltro, aveva ottenuto un finanziamento già versato per pagare l’intervento precedente, e ha dovuto subire altre spese e altre ancora ne avrà per il futuro. Ma almeno è tornata a sorridere.
In aula si è scoperto che l’odontoiatra 63enne nel periodo indicato dalla paziente non ha mai operato a Biassono (studio che era stato aperto quando la sede di Cassano d'Adda era stata temporaneamente chiusa), ma la pubblica accusa ne aveva chiesto la condanna a un mese di reclusione, ritenendo che avesse mantenuto alla paziente le protesi errate. Per l’altro dentista era stata chiesta la condanna a 2 mesi.