Proposta di legge per l'abolizione della caccia: in Lombardia il maggior numero di firme
Oltre 50mila adesioni in un mese e mezzo alla raccolta lanciata da sei associazioni ambientaliste

È bastato un mese e mezzo per raccogliere 50mila firme per chiedere l’abolizione della caccia e per fermare il disegno di legge n.1552, detto “sparatutto”, proposto dalla maggioranza. La Lombardia è stata la regione che ha dato il contributo maggiore alla proposta di legge di iniziativa popolare proposta da sei associazioni ambientaliste, raccogliendo ben 11.764 adesioni.
Lombardia in testa
Secondo i dati pubblicati sul sito del ministero, in Lombardia sono state soprattutto le donne a dare una spinta in avanti al raggiungimento del quorum: 7.810 firmatarie donne rispetto alle 3.954 firme degli uomini. I cittadini delle altre regioni che hanno sostenuto la raccolta firme proposta il 25 giugno dalle associazioni animaliste Enpa, Animalisti Italiani, Lac, Lav, Lndc Animal Protection e Oipa, sono l'Emilia Romagna con 6.077 firme totali e il Lazio con 5.758.
Il prossimo passo della proposta di Legge, che tra le altre cose prevede anche “la massima tutela dei lupi e degli orsi”, sarà l'autenticazione delle firme, il deposito del testo di legge presso il Senato e l'esame delle Commissioni riunite Ambiente e Agricoltura.
La portavoce del presidente Oipa
A raccontare come è nato il progetto, è la portavoce del presidente dell'Oipa, l'avvocato Claudia Taccani:
"Il progetto è nato per dar voce agli italiani che sono contrari all'attività venatoria, che secondo i dati Eurispes sono il 76 per cento della popolazione, così come per andare contro il disegno di legge “spara tutto” che se dovesse passare andrebbe a ribaltare l'attuale assetto normativo sull'attività venatoria, favorendo di fatto i cacciatori, quindi a danno della fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato. Abbiamo perciò voluto dare una risposta politica, simbolica e mediatica auspicando in un cambiamento legislativo favorevole.
Nel nostro disegno di legge abbiamo inserito anche l'ampliamento delle aree protette, mentre il decreto “sparatutto” andrebbe praticamente ad eliminarle, andando incontro a violazione della normativa comunitaria. Inoltre abbiamo chiesto una maggiore tutela della proprietà privata per quei proprietari che non vogliono attività di caccia nel proprio terreno.
La procedura di raccolta firme di norma dura sei mesi, noi le 50.000 firme le abbiamo raccolte in un mese e mezzo, questo per far capire il riscontro che c'è da parte degli italiani, i quali manifestano una volontà popolare che va ascoltata".
Cosa dice il decreto "sparatutto"
Il disegno di legge n.1552 ribattezzato dalle associazioni ambientaliste come “decreto sparatutto”, propone una profonda revisione della legge 157/1992 sulla tutela della fauna e sulla disciplina della caccia. Tra le misure più controverse vi sono:
- la possibilità di cacciare anche in primavera
- l'eliminazione del divieto di caccia agli uccelli migratori nei valichi montani
- la riapertura degli impianti di cattura per i richiami vivi
- la riduzione delle aree protette
- la possibilità di abbattere la fauna selvatica nelle foreste demaniali e in zone turistiche.