E' la prima volta

Prima le rassicurazioni, ora i tagli: alla Candy annunciati esuberi anche tra gli impiegati

Il marchio di elettrodomestici di Brugherio, che fa parte del colosso cinese Haier, sta attraversando un brutto momento

Prima le rassicurazioni, ora i tagli: alla Candy annunciati esuberi anche tra gli impiegati
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Pochi mesi fa, durante la sua prima visita, l'amministratore delegato di Haier Europe aveva rassicurato tutti, evidenziando come il "cuore pulsante" della Candy sarebbe rimasto a Brugherio. Ora l'annuncio degli esuberi, che per la prima volta non riguarderanno solo gli operai, ma anche gli impiegati dello storico marchio di elettrodomestici.

Un'estate difficile per il mondo metalmeccanico

Saranno un'estate e un inizio d'autunno difficili per il sistema produttivo metalmeccanico della Brianza. Questo perché ad attraversare un periodo "no" non c'è solo la Candy.

"Candy, Peg Perego, Fimer, Flowserve, Sanvito e Somaschini e diverse altre aziende più piccole sono i casi che non ci fanno andare in ferie in maniera tranquilla perché l’impatto che si avrà sui lavoratori sarà pesante", ha detto senza tanti giri di parole Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza.

L'allarme lanciato dalla Fiom Brianza

Il sindacato esprime profonda preoccupazione per la crisi che sta colpendo il settore delle aziende metalmeccaniche nel territorio.

Negli ultimi mesi, le aziende sopra elencate hanno dichiarato difficoltà economiche significative, con conseguenti chiusure e riduzioni del personale. Questa situazione sta mettendo a dura prova le famiglie dei lavoratori e l'intero tessuto socio-economico della Brianza.

"La parola d’ordine sembra essere esuberi - ha aggiunto Occhiuto - Esuberi in Candy, esuberi in Peg Perego, esuberi in Flowserve, le grandi multinazionali scricchiolano e il sindacato viene chiamato solo quando si deve celebrare il funerale o le chiusure, mai quando si deve invece discutere di piani di rilancio. Tutto questo è inaccettabile".

La situazione più preoccupante è quella della Candy

La situazione della Candy è particolarmente preoccupante. Questo perché per la prima volta il marchio è arrivato a chiedere di tagliare 83 impiegati (su 900 colletti bianchi), quando negli ultimi anni la stessa Candy ne aveva assunti 400.

"Pretendiamo di sapere quali sono le prospettive ed è proprio su questo punto che vogliamo vederci chiaro, le continue sforbiciate al personale non suggeriscono certo una crescita - ha aggiunto Occhiuto - Il confronto riprenderà a settembre, i manager dovranno chiarire quali sono le sorti di questa fabbrica".

Altra situazione preoccupante è quella della Peg Perego dove l’azienda ha dichiarato 104 esuberi su 263 dipendenti.

"L’esubero dichiarato è pari al 40% del personale - ha sottolineato Adriana Geppert della Fiom Cgil Brianza - A marzo 2025 avremo esaurito tutta la dote possibile di ammortizzatori e lo spettro dei licenziamenti si fa sempre più concreto. Una crisi lunghissima che si trascina dal 2018 con i lavoratori che stanno in fabbrica al massimo 20 ore a settimana".

Licenziamenti in atto anche alla Flowserve di Mezzago. La decisione della multinazionale americana di trasferire parte della produzione in India determina 61 licenziamenti su 179 dipendenti.

"Il taglio nasce da qui, non da una crisi nei conti - ha sottolineato Geppert - Gli ordini ci sono, il fatturato cresce. L’azienda ha sempre rifiutato gli ammortizzatori sociali, che avrebbero salvato i posti e offerto una prospettiva. Hanno abbandonato il tavolo della trattativa negando anche le uscite volontarie".

La situazione dell'automotive

A tutto ciò va aggiunto anche il fatto che diverse aziende del settore dell’automotive stanno affrontando cali di produzione ricorrendo agli ammortizzatori sociali o ad accordi per gestire il raffreddamento della produzione.

"Una situazione molto preoccupante quella che sta investendo il lavoro metalmeccanico in Brianza - ha concluso Occhiuto - Rischiamo di perdere interi settori di produzione nel silenzio totale del Governo. Le Segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm stanno da tempo chiedendo al Governo di aprire tavoli di confronto per la gestione delle crisi e per il rilancio dei vari settori industriali senza però ricevere alcuna risposta. Nel frattempo avanzano chiusure e licenziamenti".

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