Preside di Cologno Monzese rimossa dall'incarico, l'appello a Sergio Mattarella
Prosegue la battaglia dei dirigenti scolastici destituiti: tra loro anche Simonetta Franzoni, che ha dovuto salutare l'Istituto comprensivo Manzoni-Boccaccio
"Dopo avere superato scritto, orale, anno di formazione e prova e servizio senza demerito e aver servito la scuola italiana durante il difficile periodo della pandemia, raggiungendo le sedi loro assegnate anche a migliaia di chilometri di distanza, i dirigenti scolastici destituiti per non avere raggiunto il punteggio soglia alla preselettiva prevista dal bando 2017 riponevano speranze nel nuovo Governo per risolvere positivamente la loro controversa situazione".
Il "limbo" dei presidi rimossi dai loro incarichi
E invece la situazione sembra anzi essersi ulteriormente complicata. Non hanno nascosto l’amarezza i presidi riuniti nel Comitato Merito e Cambiamento, di cui fa parte anche Simonetta Franzoni che nei mesi scorsi ha dovuto dire addio suo malgrado all’incarico che ha rivestito all’Istituto comprensivo Manzoni-Boccaccio di Cologno Monzese. A riaccendere la rabbia è stato il decreto attuativo della Legge 14 di febbraio e due emendamenti nel Ddl 1114/2023 in sede di conversione del Dl 44/2023, che hanno risolto la situazione di alcuni colleghi siciliani, mentre il "limbo" di altri continua a essere tale.
Per qualcuno il "nodo" è stato sciolto...
"I candidati che non hanno superato la prova scritta dovranno ripetere un esame, quelli che non hanno superato l’orale dovranno ripeterlo, mentre i dirigenti scolastici destituiti che hanno superato sia la prova scritta sia la prova orale sono equiparati a coloro che non hanno superato alcun esame - hanno sottolineato dal comitato - C’è di più: anche per i dirigenti scolastici siciliani si è trovata una soluzione, venendo reintegrati nelle sedi di precedente titolarità nonostante alcuni fossero stati bocciati anche per ben due volte al concorso".
... Per altri invece no
Non è andata allo stesso modo per Franzoni e altri presidi.
"Nelle medesime situazioni, ovvero con contenziosi originatisi anch’essi nel lontano 2018, beneficiano 'dell’immobilismo' del Tar Lazio che non fissa l’udienza di merito: una (in)giustizia a macchia di leopardo che talora accelera e altre volte, invece, arresta clamorosamente il suo iter".
L'appello anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella
A nulla sono valse le diverse interlocuzioni al ministero dell’Istruzione e del Merito. Con un appello rivolto anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i dirigenti estromessi sono tornati a chiedere giustizia vera:
"Davvero le prove e l’anno di formazione e prova superati non sono stati sufficienti a vedersi riconosciuto un posto nell’emendamento con i siciliani che non hanno superato alcun concorso pubblico e a motivare una differenziazione? - si sono chiesti - Chiediamo al sindacato Ugl Scuola di rappresentare i dirigenti destituiti nelle opportune sedi per tutelare la professionalità acquisita nell’interesse dello Stato".