Piano antenne, a Cologno Monzese previsto un aumento del 50%
Al momento sono 35 gli impianti per la telefonia attivi e ne sono stati ipotizzati altri 16
Il Municipio di Cologno Monzese ha finalmente un Piano antenne, anche se i poteri di intervento da parte dell’ente locale (in generale, non solo quindi quello colognese) sono molto ridotti.
Il Piano antenne di Cologno e le strategie future
Il documento, che segnerà le future fasi di sviluppo, è stato approvato settimana scorsa dal Consiglio comunale. A votarlo è stata la sola maggioranza di centrosinistra. Contrari i consiglieri d’opposizione, che hanno prima di tutto contestato come non ci sia stato alcun confronto nel processo di identificazione delle future aree sulle quali, da qui ai prossimi anni, potrebbero "atterrare" altri impianti per la telefonia mobile.
Il Comune non può imporre divieti
Il piano ha il compito di identificare delle aree di interesse compatibili, partendo dal presupposto che l’Amministrazione non ha alcun potere di impedire l’installazione delle antenne.
"Non possono essere imposti divieti, nemmeno parziali, ma ci saranno controlli da parte di Arpa per verificare il rispetto dei limiti di emissione - ha evidenziato l’assessore all’Ambiente Vincenzo Barbarisi - Una legge approvata a fine 2023 ha tra l’altro incrementati".
Gli impianti per la telefonia potrebbero aumentare del 50%
I numeri inseriti nel Regolamento comunale per l’installazione degli impianti di telefonia mobile e tecnologie assimilabili sono importanti. Ma a snocciolarli è stato il consigliere di Fratelli d’Italia Giuseppe Di Bari che, inforcati gli occhiali, ha spulciato le tavole inserite nel regolamento, districandosi tra note e numeri piccoli piccoli (almeno per dimensioni).
"A oggi ci sono già 35 impianti attivi - ha sottolineato - Dieci in capo a Tim, 12 a Vodafone, 7 a Wind e 6 a Iliad. Negli elaborati si evince come a breve potrebbero aggiungersene altri 16, con un aumento pari al 50%. Perché in Commissione non sono stati comunicati questi dati?".
Le zone identificate
Nelle tavole sono poi evidenziate anche le zone ipotizzate per la futura installazione degli apparecchi. Tra queste ci sono due cimiteri (San Maurizio e via Longarone), l’ex sede del Cap di via Pergolesi, il centro sportivo di viale Campania, via Leonardo da Vinci (con due impianti), la piscina comunale, un parcheggio a ridosso di Villa Casati, il posteggio di via Carlo Alberto Dalla Chiesa e via Portogallo, dove c’è la piattaforma ecologica.
Le rassicurazioni dell'assessore
Barbarisi, nell’ambito di un tema, quello dei rischi per la salute per l’esposizione ai campi elettrici ed elettromagnetici, molto dibattuto, ha voluto però tranquillizzare:
"I criteri per la scelta delle zone seguono le linee guida di Regione Lombardia - ha sottolineato - Ma non è detto che in tutte le aree ipotizzate possano sorgere degli impianti. Questo perché Arpa avrà il compito di analizzare la situazione sul fronte delle emissioni e i progetti potrebbero anche non essere accolti".