Dal 15 ottobre è possibile accendere caldaie e termosifoni. Un “lusso” (si fa per dire) che purtroppo non possono permettersi le famiglie di Brugherio che vivono nel condominio di nuova realizzazione di via Volturno 41. E che al momento rischiano di trascorrere il secondo inverno senza riscaldamento.
Secondo inverno senza riscaldamento nelle case
Lo stabile residenziale, sorto nell’ambito di un permesso di costruire convenzionato, è stato realizzato dalla Cooperativa di abitanti 25 aprile – La Casa del popolo ed era finito al centro delle cronache, a cavallo tra il 2023 e il 2024, per alcuni abusi edilizi.
La vicenda aveva portato con sé strascichi giudiziari, penali e amministrativi, con un braccio di ferro al Tar tra la cooperativa e l’Amministrazione comunale. Alla fine tra i due «contendenti» si era giunti a un accordo, con il pagamento da parte dell’operatore di una sanzione pari a 36mila euro e la risoluzione delle difformità urbanistiche riscontrate, in primis nei sottotetti.
Sembrava, quindi, che i problemi per i residenti fossero ormai alle spalle, visto che avevano dovuto ritardare di molto l’entrata nelle loro case regolarmente rogitate. E invece no, purtroppo, alla luce della situazione che stanno attraversando sul fronte del riscaldamento. E che li vede costretti ad attrezzarsi con stufette elettriche di fortuna.
Ci sono anche tre immobili comunali per anziani
Oltre ai 18 appartamenti privati, nel palazzo ce ne sono altri tre che, in base alla convenzione in essere che era stata firmata nel 20217, sono stati ceduti al Municipio. Ubicati al piano terra e al momento ancora vuoti, saranno al centro del progetto abitativo pubblico “Cohesion strategic assessment” destinato ad anziani non autosufficienti e finanziato con fondi del Pnrr. L’acquisizione al patrimonio indisponibile dell’ente (con le relative pertinenze, ossia box e cantine) è arrivata alla fine dell’estate. E a questo passaggio ne seguirà ora un altro, ossia l’allestimento interno anche con strumentazioni tecnologiche e di domotica.
Ma resta da risolvere la grana, per nulla piccola, del riscaldamento, che allo stato attuale riguarda anche gli immobili diventati di proprietà di Villa Fiorita.
La protesta dei residenti: “Situazione inaccettabile”
“È inaccettabile che nel 2025 ci si debba trovare in questa situazione – ha dichiarato uno dei residenti, Giuseppe Durante – E pensare che i nostri appartamenti sono in classe energetica A4. Invece dobbiamo arrangiarci tutti con delle stufette, nella speranza che la corrente non salti”.
A oggi lo stabile è ancora collegato alla rete elettrica da cantiere, con costi quattro volte superiori a quelli di mercato e che non è in grado di reggere un’erogazione sufficiente per i normali consumi di tutti gli immobili.
Sembrava tutto pronto per la posa dei singoli contatori, quando però è giunta la «doccia fredda» da parte di Enel.
“Le certificazioni presentate dalla cooperativa per la messa a terra pare che non siano conformi – ha proseguito Durante – Quindi Enel ha risposto che non c’erano le condizioni per la posa dei contatori degli appartamenti e delle parti comuni. Le soluzioni percorribili sono due: o creare un pozzetto profondo 6 metri, oppure, ma questa sarebbe una misura palliativa, installare una gabbia di Faraday attorno alla cabina elettrica esistente. Siamo stanchi e stufi, visto che queste case le abbiamo pagate anche oltre il prezzo convenzionato: 2.500 euro al metro quadrato, invece di 1.900. Avvieremo una battaglia legale”.
A mancare è anche il contatore Enel che dovrebbe alimentare la pompa di calore del condominio, che resta spenta. A oggi gli appartamenti hanno solo l’erogazione dell’acqua calda. E a rendere ancora più insopportabile la situazione si aggiunge il fatto che il parcheggio pubblico antistante il palazzo, i cui lavori di realizzazione sono terminati in ritardo, è ancora al buio.
