Il provvedimento

Ordine pubblico, il sindaco fa chiudere in anticipo i minimarket: saracinesche giù alle 20

Ordinanza del primo cittadino di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano: "Questa ulteriore iniziativa dimostra quanto la sicurezza sia una priorità per la nostra Amministrazione"

Ordine pubblico, il sindaco fa chiudere in anticipo i minimarket: saracinesche giù alle 20

Il sindaco di Sesto San Giovanni ha firmato un’ordinanza che dispone la chiusura dei minimarket dalle 20 alle 7.

Ordinanza del sindaco di Sesto sui minimarket

Il provvedimento, che riguarda gli esercizi di vicinato adibiti alla vendita al dettaglio di merce alimentare e mista (con superficie inferiore ai 100 metri quadrati), nasce dalla volontà di mettere in atto ulteriori misure per rafforzare la sicurezza e l’ordine pubblico.

“Contrastare bivacchi, degrado e illegalità”

“L’ordinanza si inserisce in una strategia più ampia di contrasto a bivacchi, degrado e fenomeni di illegalità diffusa – ha commentato Di Stefano – Questa iniziativa si somma a quelle già attuate nel corso degli anni: pattuglioni serali, divieto di consumo di alcol su suolo pubblico dopo un certo orario, controlli nelle case popolari, Daspo, lotta allo spaccio e oltre 200 telecamere di videosorveglianza collegate al Comando. A seguito dell’incontro della scorsa settimana con il prefetto, sono in arrivo ulteriori interventi: maggiori controlli delle Forze dell’ordine e verifiche approfondite da parte dell’Ufficio immigrazione nelle abitazioni delle aree più critiche”.

Il recente Comitato per l’ordine e la sicurezza

Il provvedimento in questione era stato annunciato già al termine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica a cui aveva partecipato anche il Municipio di Sesto, alla luce degli episodi di violenza e dei danneggiamenti che avevano coinvolto soprattutto il quartiere di Rondò.

“Questa ulteriore iniziativa dimostra quanto la sicurezza sia una priorità per la nostra Amministrazione: siamo in prima linea per tutelare i cittadini”, ha concluso il primo cittadino.

Sono esclusi dall’obbligo i pubblici esercizi e le attività artigianali di produzione alimentare (come bar, ristoranti, pizzerie e paninoteche).