Sentenza

Orari vietati al gioco d'azzardo, il Tar dà ragione alla società di slot machine

Il Tar ha accettato il ricorso contro la decisione del Comune di Fara di vietare l'accensione delle slot machine in precisi orari della giornata.

Orari vietati al gioco d'azzardo, il Tar dà ragione alla società di slot machine
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Niente orari vietati al gioco d'azzardo. Questa la sentenza del Tribunale amministrativo regionale della Lombardia che ha accolto il ricorso presentato da una società di noleggio di slot machine avverso un'ordinanza del sindaco di Fara Gera D'Adda.

Orari vietati al gioco d'azzardo

Il sindaco di Fara aveva emanato un'ordinanza con la quale disponeva lo stop degli apparecchi da gioco dalle 7.30 alle 9.30, dalle 12.30 alle 14.30 e dalle 23 all'1. Tale decisione era stata presa per tutelare le fasce della popolazione che, a detta del sindaco, erano a maggior rischio nello sviluppare ludopatia. Un'ordinanza che fa il paio con altre adottate da colleghi in altri Comuni, disposizione cui le aziende del settore si erano già opposte al Tar.

La decisione del Tar

Cos l'azienda di slot machine, rappresentata dall'avvocato Massimo Piozzi, ha presentato ricorso al Tar lombardo ottenendo la vittoria. Per il Tar, a Fara Gera d'Adda «non vi un’emergenza sanitaria, in quanto sono soltanto 6 i residenti in cura». Secondo una stima del Comune vi sarebbero 200 giocatori problematici, ma «trattandosi di un numero stimato, la consistenza del fenomeno è solo ipotetica». Tale dato «è quindi utile per impostare politiche di sensibilizzazione rivolte ad alcuni segmenti della popolazione, ma troppo disomogeneo e impreciso per costituire il fondamento» di misure limitative del gioco che invece «hanno un sicuro e immediato effetto negativo sull’attività economica dei gestori».

Errori nell'ordinanza

Stando sempre a quanto motivato nella sentenza del Tar, «è quantomeno necessario che gli enti locali consultino l’Agenzia dogane e monopoli prima dell’introduzione di una disciplina restrittiva nei rispettivi territori», in attesa di una regolamentazione omogenea sull’intero territorio nazionale. In questo confronto, conclude la sentenza, «può essere utile anche il coinvolgimento dei gestori, o dei rappresentanti dei gestori, per comprendere in quale misura l’introduzione di nuove soluzioni tecnologiche possa in concreto prevenire o limitare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico».

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