La protesta

Nuovo sciopero dei lavoratori Verti (con presidio in Regione) per dire "no" ai 175 esuberi

Una delegazione di dipendenti della compagnia assicurativa con sede a Cologno Monzese è tornata a manifestare assieme ai sindacati che stanno seguendo la vertenza.

Nuovo sciopero dei lavoratori Verti (con presidio in Regione) per dire "no" ai 175 esuberi
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Nuovo sciopero dei lavoratori Verti (con presidio in Regione) per dire "no" ai 175 esuberi. Una delegazione di dipendenti della compagnia assicurativa con sede a Cologno Monzese è tornata a manifestare assieme ai sindacati che stanno seguendo la vertenza.

La manifestazione sotto le finestre di Regione Lombardia

L'1 agosto 2022 Verti aveva comunicato alle Rsa, a tutte le organizzazioni sindacali e alle istituzioni competenti l’apertura della procedura ai sensi della Legge 223/91, per il licenziamento di 175 lavoratrici e lavoratori della compagnia. Oggi, mercoledì 28 settembre 2022, si è tenuto il primo incontro dell’ultima fase disposta dalla procedura, con le parti convocate in Regione Lombardia (nella sede di via Taramelli).  La vertenza era iniziata a novembre dello scorso anno, con la dichiarazione di 325 "esuberi strutturali", a cui aveva fatto seguito l'uscita volontaria di circa 140 lavoratori che avevano accolto le proposte dalla società.

"Vogliono smantellare tutto"

"La dirigenza è evidentemente intenzionata a portare a termine quello che sin dall’inizio abbiamo definito un vero e proprio smantellamento: il progetto finale è infatti la chiusura di tutto il contact center (141 lavoratori) e la riduzione di tutti gli altri reparti (34 lavoratori) - hanno sottolineato in una nota i dipendenti rimasti in Verti - Dei 325 esuberi 140 lavoratori hanno già peraltro lasciato l’azienda, ma non basta! Verti non è un’azienda in crisi: l’obiettivo di questa operazione è guadagnare competitività sul mercato, tagliando sui costi della forza lavoro, esternalizzando le attività ad aziende terze mediante il ricorso a lavoratori precari, senza diritti, sottopagati e maggiormente 'flessibili' alle esigenze aziendali. Non si fa scrupoli a lasciare in mezzo alla strada un numero così elevato di dipendenti, che hanno lavorato vent’anni per la società, di cui la maggior parte donne accanto a numerose condizioni di fragilità intervenute nel corso degli anni".

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