Multa da 2 euro per i calciatori per ogni bestemmia: "Così educhiamo e facciamo beneficenza"
Il mister del Real Carugate Andrea Latorre ha già visto i primi risultati: "Sentirli dire che non imprecano più è emozionante come vincere un campionato"
Una multa di 2 euro per ogni bestemmia. L’allenatore della Prima squadra del Real Carugate Andrea Latorre ha deciso di fare di necessità virtù.
Quando i giri di campo non bastano...
I giri di campo non bastavano come punizione. Ed ecco allora che ha maturato la scelta di colpire direttamente nel portafoglio i propri calciatori, chiedendo loro di pagare "dazio" ogni volta che si lasciano andare a nominare il nome di Dio e della Madonna invano.
I proventi delle multe vanno in beneficenza
L’obiettivo non è certo di fare cassa, quanto piuttosto di trasmettere un messaggio di educazione e di rispetto. Tra l’altro il raccolto verrà devoluto in beneficenza, a favore di una Onlus attiva in Africa e che lavora al fianco di bambini disabili. Sodalizio che Latorre (cattolico credente) segue da tempo e che ora verrà alimentata e sostenuta. Non troppo però, verrebbe da dire, almeno se si considerano le sanzioni pecuniarie agli atleti che militano in Terza Categoria (girone A Monza e Brianza).
"Ci alleniamo in un luogo pubblico, che è il centro sportivo comunale, e immagino gli utenti, anche famiglie con bambini, che lo frequentano e che si trovano a sentire mentre passeggiano tranquillamente delle frasi blasfeme - ha sottolineato il mister - I ragazzi hanno subito accettato e devo dire che ho già notato dei cambiamenti".
Il mister raddoppierà la cifra a fine stagione
L’iniziativa delle multe è partita l’1 gennaio 2024. E al momento, in questi tre mesi scarsi, il Real ha raccolto circa 150 euro. A fine stagione Latorre aggiungerà una cifra pari al conteggio frutto della somma delle sanzioni comminate ai suoi uomini. E tutto verrà inoltrato all’organizzazione di volontariato Ewe Mama, che ha sede a Varese. È un’associazione che lavora al fianco dei francescani per missioni in Uganda.
"Che emozione sentirli dire che non imprecano più"
"Giovedì sera un mio calciatore mi ha avvicinato e mi ha detto: 'Mister, sai che a casa la mia famiglia quasi non mi riconosce? Non bestemmio più' - ha rivelato - Beh, sentirglielo dire è stato emozionante come vincere un campionato, non scherzo. Tra l’altro ci sono anche i regolamenti che parlano: se l’arbitro durante una partita sente una bestemmia può scattare il cartellino rosso, anche se non tutti applicano questa norma. Credo che prima che allenatori si debba essere degli educatori. Non capisco: se uno commette un errore nomina insultando Dio e la Madonna, come se la colpa fosse loro. Poi però quando segnano un gol non sento nessuno che li ringrazia".
La scelta è stata sposata in toto dal presidente Domenico Maiolo:
"Ho sempre detto che il primo obiettivo è scendere in campo divertendosi", ha sottolineato.