La testimonianza

"Mio padre ucciso dalla mafia, quando questa parola non veniva pronunciata"

Il racconto a Pioltello di Lorenzo Sanua, figlio di Pietro. Gli autori dell'agguato avvenuto nel 1995 sono tuttora ignoti

Pubblicato:
Aggiornato:

Aveva 20 anni e nulla sapeva di mafie, intimidazione e violenza. E in una fredda mattina di febbraio si è trovato protagonista di quello che "mi sembrava un film, qualcosa che non riguardava la mia vita, che non poteva essere qualcosa che capita a famiglie normali, a persone che vivono e lavorano onestamente".

La testimonianza del figlio di una vittima di Mafia

È un racconto lungo ed emozionante, seguito da un silenzio che racconta bene partecipazione e attenzione da parte di giovanissimi spettatori, quello che Lorenzo Sanua, figlio di Pietro, ucciso nel 1995 a Corsico in quello che solo anni dopo è stato confermato esser stato un agguato di mafia, ha portato nell’aula magna della scuola media di via Molise, a Pioltello, incontro conclusivo del progetto Agire, percorso di educazione e informazione sui temi di cittadinanza attiva rivolto a studenti della terza media.

L'incontro a Pioltello

L’incontro, promosso in collaborazione con Rete Antimafie Martesana, ha visto la partecipazione di Mattia Maestri, ricercatore universitario, autore del volume che ricostruisce la vicenda che ebbe come vittima il padre di Lorenzo, Samuele Motta, responsabile scuole per Rete Antimafie Martesana, e, appunto, Lorenzo Sanua, che quel mattino del 4 febbraio 1995 era seduto accanto al padre, di professione venditore ambulante, sul camion che li stava portando sul luogo di lavoro, quando due colpi esplosi da mani tuttora ignote fermarono l’attività di sindacalista e di "uomo corretto, onesto e coraggioso", che aveva osato intralciare l’attività criminale delle "mafie dei mercati".

Le domande dei ragazzi

Lorenzo, sottoposto a tante domande da parte dei ragazzi che hanno ascoltato il lungo racconto, ha ricostruito la storia di suo padre, i lunghi anni di oblio seguiti all’omicidio, e il "sollievo" quando finalmente il nome di Pietro è stato inserito nell’elenco, lungo e drammatico, delle vittime innocenti di mafia. L’incontro, che ha offerto uno spaccato prezioso di anni in cui "di mafie a Milano non si parlava, non si aveva la consapevolezza della presenza su un territorio che sembrava immune", si è concluso con l’invito di Lorenzo a essere "cittadini attenti e partecipi, perché le mafie, come diceva Antonino Caponnetto, si sconfiggono con la cultura e con la partecipazione".

13
Foto 1 di 13
1
Foto 2 di 13
2
Foto 3 di 13
3
Foto 4 di 13
4
Foto 5 di 13
5
Foto 6 di 13
6
Foto 7 di 13
7
Foto 8 di 13
8
Foto 9 di 13
9
Foto 10 di 13
10
Foto 11 di 13
11
Foto 12 di 13
12
Foto 13 di 13
Seguici sui nostri canali