L'iniziativa

Migliaia di coperte fatte a mano per dire "no" alla violenza sulle donne

Un "mare" colorato (e di lana) davanti al Duomo di Milano che parla anche un po' di Brugherio.

Migliaia di coperte fatte a mano per dire "no" alla violenza sulle donne
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Migliaia di coperte fatte a mano per dire "no" alla violenza sulle donne. Un "mare" colorato (e di lana) davanti al Duomo di Milano che parla anche un po' di Brugherio.

Coperte colorate per dire "no" alla violenza sulle donne

Ieri, sabato 2 ottobre 2021, piazza Duomo a Milano è stata "scaldata" da migliaia di coperte di lana fatte a mano, per dire "no" alla violenza sulle donne, sostenere le case rifugio all’interno delle quali le vittime cercano di ripartire con le loro vite e (aspetto non secondario) riscoprire la socialità che l’emergenza sanitaria, almeno nella sua fase acuta, ha notevolmente compromesso. Il "mare" di tessuto che ha ricoperto il "cuore" del capoluogo lombardo ha portato la firma anche di Brugherio: precisamente del gruppo di cittadine (e amiche) che nei mesi scorsi si è armato di ferri e uncinetti per realizzare centinaia di quadrati di maglia (cinquanta centimetri per cinquanta ognuno) che Viva Vittoria Milano ha poi assemblato, collegandoli con un filo rosso per dare vita alle maxi coperte che sono e saranno vendute per devolvere il ricavato in beneficenza.

Il gruppo di donne brugheresi

Hanno dai cinquant’anni in su. Ci sono impiegate in aziende metalmeccaniche e farmaceutiche, parrucchiere e casalinghe. Accanto alle principali organizzatrici dell’iniziativa brugherese (Ombretta Magni, Cristina Brunetti, Lucia Gadda, Marina Zanella, Tina Manganaro, Valeria Magni e Antonella Rossi) si sono poi progressivamente aggiunte altre partecipanti.

"Viva Vittoria è una realtà nata nel 2015, l’abbiamo conosciuta navigando sul web e sui social - ha spiegato Ombretta Magni - Volevamo fare qualcosa di tangibile contro la violenza sulle donne e ci siamo chieste perché non potessimo anche noi aderire all’idea delle coperte".

Ed ecco che, con piccoli gruppi di lavoro a casa o singolarmente nelle proprie abitazioni, i quadrati di lana (ognuno è stato numerato e siglato per ricondurlo all’autore) hanno iniziato a prendere forma. Alcune hanno messo in pratica gli insegnamenti tramandati dalle nonne, altre invece hanno imparato giorno dopo giorno. Poi sono stati consegnati a Viva Vittoria Milano (organizzatrice dell'evento di ieri a Milano) ben quattro scatoloni pieni.

All'iniziativa hanno partecipato anche pazienti affetti da Alzheimer

Ritrovarsi e prendere parte a un progetto e a un obiettivo comune hanno reso l'iniziativa ancora più ricca di significato. Cristina Brunetti lavora alla Fondazione Don Gnocchi di Pessano con Bornago e ha pensato di far realizzare diversi quadrati di lana anche alle ospiti affette da Alzheimer. C’è poi la storia di un brugherese rimasto vedovo durante la pandemia da Covid.

"Ci ha contattate dicendo che avrebbe voluto donarci la lana che stava lavorando la moglie, prima che morisse - ha ricordato Magni - E siamo state contentissime e orgogliose di proseguire la sua opera".

"Possiamo lavorare a un obiettivo comune"

"Abbiamo accolto un seme dei migliaia lanciati da Viva Vittoria nei cuori di altrettante donne, con la speranza di attivare e consolidare un cammino di consapevolezza verso il nostro valore come esseri umani - hanno concluso dal gruppo di lavoro di Brugherio - Gioia, emozione e amicizia ci hanno accompagnate per tutti questi mesi, anche durante la pandemia, in cui abbiamo condiviso una possibilità. Avendo la conferma che l’opera siamo tutte noi, con il nostro fare, insieme, verso un obiettivo comune".

E il percorso di condivisione (alimentato dall’uncinetto) non si ferma. Ieri non sono mancati nemmeno i selfie, come quello con il cantautore Roberto Vecchioni anche lui presente in piazza Duomo.

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