RASSEGNA

Melzo Incontra, l'essere umano può essere sostituito dalla macchina?

Un dialogo con i ragazzi insieme a Vittorio Perego, filosofo e docente presso il liceo Giordano Bruno di Melzo

Melzo Incontra, l'essere umano può essere sostituito dalla macchina?
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Si può sentirsi in colpa quando sono autonomo e funzionante ma non sono felice? Questo è uno degli interrogativi che i ragazzi hanno posto al docente Vittorio Perego ieri, sabato 14 settembre 2024, nel cortile dell'oratorio Sant'Alessandro di Melzo.

"Funzionare o esistere?"

A partire dagli spunti di Miguel Benasayag, filosofo e psicanalista argentino, e dal suo testo “Funzionare o esistere?” la riflessione si è snodata sul concetto della felicità, tema della rassegna melzese.

È un obbligo e quasi imperativo categorico quello di dover funzionare ma poco alla volta e quasi come una seconda pelle, non ci si rende conto di essere entrati in questa mentalità. Una mentalità che diventa quasi un fatto naturale, ma può essere diversamente da così? Potrei chiedermi in un colloquio che una persona sia altro oltre alla performance? Forse dell’umano c’è anche qualcos’altro che va oltre al funzionare? Chi dice che non funzioni? La felicità non è che un premio che mi spetta solo se funziono bene? Possiamo considerare la felicità come qualcosa che mi è dovuto, che dipende solo dalle mie capacità. Ma il rischio è di intenderla come una conquista personale o risultato di una prestazione. Allora non avrò più la chance di essere felice. La felicità non è qualcosa che viene donato?

ha detto Vittorio Perego.

Nel dialogo, moderato da don Davide Mobiglia, sono poi intervenuti i ragazzi per portare la propria visione all'attenzione del docente.

Cecilia Gastoldi, studentessa di Filosofia: Sono tante le preoccupazioni per il futuro, mentre cerco di essere autonomo, performante posso essere allo stesso tempo anche felice?

Elide Arrigoni, data analyst: Sono lontana dal funzionamento, ma sono vittima del dover necessariamente funzionare nella società. Da una parte c'è una deadline della vita, dall’altra, mentre funziono, so che ci sarà una macchina che potrà sostituirmi e potenzialmente fare anche meglio di me perché comprenderanno la realtà meglio dell’uomo.

Federico Marletta, studente di Ingegneria: La società tende a semplificare ma anche a complicare qualcosa di semplice come è l’amore. Il rischio è di farsi troppe domande e poi non essere felice.

Marco Vergani, studente di Scienze politiche: Ci accadono tante cose nella vita che ci chiedono di dover funzionare. Per accorgerci della realtà che c’è intorno serve uno sguardo e un incontro. Che poi è nel nome di questa manifestazione. Ma poi ci perdiamo la bellezza del momento per pensare ad azioni pratiche. Mi accorgo della felicità solo se mi fermo e mi rendo conto di quello che accade. Se non mi pongo un interrogativo, non potrò mai trovare una risposta. Il rischio è sempre che il funzionare prenda il sopravvento.

Le foto dell'incontro

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