Melzo Incontra il cardinal Zuppi: “In guerra non c’è una classifica del dolore”
Il presidente della Cei e arcivescovo di Bologna ha parlato della sua esperienza diretta nei conflitti in Palestina e in Ucraina
Melzo ·
09/09/2024 alle 11:07
Un contrattempo gli ha impedito di essere a Melzo in presenza, ma monsignor Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Confederazione episcopale italiana, non ha tradito la parola data e, anche se in videoconferenza, si è sottoposto alle domande dei ragazzi di Melzo Incontra. Un confronto che, tra i vari temi, si è concentrato in particolare sulla guerra.
Melzo Incontra il cardinal Zuppi
Ieri sera, domenica 8 settembre 2024, neanche il maltempo ha scoraggiato le tante persone che si sono recate in Sala Banfi per partecipare al dialogo con l’arcivescovo di Bologna. Che, con toni leggeri e giocosi, si è scusato per la sua impossibilità nell’essere a Melzo in presenza. “Troppi punti ritirati sulla patente”, ha scherzato il cardinale per rompere il ghiaccio. Anche perché il contenuto dell’incontro è stato tutt’altro che scherzoso.
La violenza raccontata dalla cronaca
Gli intervistatori, Marco Vergani ed Elide Arrigoni, hanno sottoposto domande e riflessioni al cardinale, seguendo il filo rosso della terza edizione della rassegna Melzo Incontra ossia la felicità. E il primo quesito è partito dalla contemporaneità, dai fatti di cronaca che parlano di femminicidi, di famiglie sterminate, di brutali assassini: “Come si può pensare di essere felici guardando a questa realtà?”
Il Male tende a riprodursi, ma lo stesso discorso vale anche per il Bene. quando assistiamo a eventi come quello di Sharon Verzeni, uccisa per caso, perché si trovava a passare dal posto sbagliato nel momento sbagliato, rischiamo di essere travolti dallo sconforto. La domanda che ci dobbiamo porre è: da che parte stiamo?
ha detto monsignor Zuppi
La guerra non è altro che il risultato dell’inquinamento del male, quando cresce sino a diventare un incendio che brucia ogni cosa. Oggi viviamo quello che hanno vissuto i nostri nonni 80 anni fa. Cosa vogliamo fare? Vogliamo chiuderci in una torre? Costruire una fortezza e innalzare muri sempre più alti per difenderci e disinteressarci di quanto accade intorno? La guerra è una barbarie che non guarda in faccia nessuno e che brucia tutto, uccide senza chiedere permesso o scusa. Allora chiediamoci se possiamo essere felici chiusi dentro la torre o se vogliamo ricostruire un mondo dove si possa essere davvero felice, un mondo fatto di dialogo e di incontro. Per questo dobbiamo essere artigiani di pace.
L’esperienza della guerra in Palestina
Il cardinal Zuppi è stato ricevuto a luglio in Terra Santa, in un incontro che molti sconsigliavano o, peggio, definivano come inutile e non in grado di portare giovamento a chi vive in guerra.
Ci siamo detti: se davvero non possiamo fare niente, perlomeno stiamo loro vicino. Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei latini, ha detto che si può solo pregare. Bene, perlomeno guardiamogli negli occhi e facciamo sentire loro la sensazione di vicinanza. Ed è stato un gesto molto apprezzato. Abbiamo visitato i luoghi della tradizione cristiana e poi abbiamo incontrato i testimoni di questa guerra: i parrochi, ma anche rappresentanti palestinesi e della comunità ebraica. Abbiamo incontrato anche una delegazione dei familiari degli ostaggi sequestrati.
Non c’è una classifica del dolore
E proprio durante l’incontro con i familiari degli ostaggi c’è stato un momento che per l’arcivescovo è stato profondamente significativo. Si tratta del faccia a faccia con Rachele, madre di uno degli ostaggi, tra l’altro uno dei 6 che sono stati uccisi la scorsa settimana. Allora, a luglio, c’era ancora qualche speranza. Ma a colpire il prelato non è stata la voglia di giustizia o di vendetta della donna, ma un sentimento cristiano (anche se la donna è ebrea) esattamente agli antipodi.
Questa donna ci ha detto che non c’è una classifica del dolore. E questo è un aspetto fondamentale da comprendere se si vuole sconfiggere la guerra che è un continuo creare dolore da una o dall’altra parte della barricata. Lei ci ha detto chiaramente questa frase che mi è rimasta impressa nel cuore: “Non voglio che il mio dolore provochi altri dolori”. Questa è la vittoria sulla vendetta, sul male: l’unica strada è prendersi carico del dolore degli altri prima che del proprio.
Può esistere la pace
A fronte di un mondo dove vige la legge del più forte, dove la giungla di tutti i giorni sembra premiare chi ha l’arma più potente o chi alza più la voce, il tema della felicità e della pace appare quasi un’utopia.
Purtroppo ci stiamo abituando ad accettare questa condizione, che sia giusto in tutti gli ambiti guadagnarsi il proprio spazio con la forza e con la prevaricazione pur di vivere sereni. Non dobbiamo cercare la pace, perché la pace ce l’abbiamo già e ce la dà il Signore. Se noi cerchiamo una pace esterna, rischia solo di ridursi a una tregua in attesa della prossima guerra.
ha concluso
Non abbiamo mai imparato a fare la pace, ma ci siamo perfezionati nel fare la guerra e questa è una cosa che non possiamo accettare. La pace che ci dà il Signore passa dal suo amore, dalla consapevolezza di poter essere uomini di pace a partire da quello che lui è per noi. Dobbiamo credere che sia possibile sconfiggere la guerra abbracciando la sua Pace, decidendo che mondo vogliamo lasciare ai nostri figli. Con azioni concrete, come cercare un dialogo laddove è più facile andare allo scontro; avendo la capacità di chiedere scusa o di parlare invece di mantenere la propria posizione. La nostra pace sta nel sapere che siamo amati e perdonati, da Gesù che è venuto sulla terra per portare la Pace caricando su di sé tutto l’odio del mondo. Così Lui ci ha dato il suo insegnamento per essere potatori di pace.
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Gli eventi del pomeriggio
La pioggia di domenica pomeriggio ha un po’ scombinato i piani degli organizzatori di Melzo Incontra che però hanno mantenuto inalterato il programma aprendo le porte dell’oratorio alle famiglie e ai più piccoli, con spettacoli, incontri e lo street food. Il programma degli eventi prosegue straniera IL CALENDARIO COMPLETO.