A Pozzuolo

L'Oasi del Wwf non è una spiaggia, il Comune interviene

Nelle ultime settimane le segnalazioni di intrusi, che entrano per un bagno refrigerante in barba al divieto di balneazione, sono aumentate.

L'Oasi del Wwf non è una spiaggia, il Comune interviene
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L’oasi naturalistica della Martesana, a Pozzuolo, non è una stazione balneare. Le folli temperature senza precedenti di questa estate, però, devono aver fatto prendere un abbaglio a più di una persona, tanto che le segnalazioni di intrusi all’interno del parco sono andate moltiplicandosi.

Bagni proibiti all’oasi, interviene il Comune

L’area, 30 ettari di vegetazione, stagni e persino un lago artificiale, originariamente era una cava di prestito utilizzata per la costruzioni di autostrade e tangenziali. Terminati i lavori, diverse specie di volatili hanno incominciato a nidificarvi, così la zona è diventata un vero e proprio rifugio anche per animali in via d’estinzione, come il moriglione. Col tempo il terreno ha attirato l’attenzione del Wwf che ne ha ottenuto la gestione dal Comune di Pozzuolo trasformandola nella riserva che conosciamo tutti e che periodicamente organizza visite guidate e iniziative.

Al di fuori di questi eventi, però, l’accesso all’area è consentito ai soli volontari dell’associazione. Negli ultimi mesi, però, pur di potersi fare un bagno ristoratore nella cava molti giovani hanno creato dei varchi nelle recinzioni per poi introdursi nell’oasi abusivamente. Il lago artificiale, però, è molto diverso da una piscina: raggiunge i 30 metri di profondità e il fondale è estremamente scivoloso anche dove si tocca. Così il danno è doppio: da una parte si rischia di compromettere gli ecosistemi e i nidi che la fauna locale ha creato anche nei pressi delle rive, dall’altra i bagnanti possono farsi male o, peggio, annegare.

Recinzioni riparate, ordinanza e cartelli informativi

Gli ingressi abusivi sono stati sempre segnalati all’Amministrazione ma, col tempo, quegli episodi sporadici stavano incominciando ad assumere la forma di un trend, tanto che il Comune ha deciso di prendere provvedimenti. In primo luogo ha riparato i varchi creati dai bagnanti abusivi, poi ha emesso un’ordinanza che proibisce i bagni nell’ex cava. Inoltre a breve lungo il perimetro dell’oasi naturalistica compariranno sessanta cartelli che segnaleranno non solo il divieto di accesso e quello di balneazione, ma anche la pericolosità delle acque a causa della profondità del lago.

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