L'ex discarica da bonificare verrà espropriata: diventerà un parco
A giorni a Vimodrone prenderà il via l'intervento di messa in sicurezza dell'area lungo la Sp160. Intanto, però, i proprietari cercano di bloccare l'iter

Una maxi bonifica dal valore di 6 milioni di euro, messi sul tavolo da Regione Lombardia e frutto, in parte, dei fondi del Pnrr. Una grande partita, quindi, per non dire enorme visto l’ammontare delle cifre, quella che si sta giocando sul "campo" dell’Area Nova Elfe di Vimodrone, l’ex discarica Eca ai confini con Cologno Monzese e Cernusco sul Naviglio, che si sviluppa lungo la Provinciale 160 che collega la Padana a Cascina Crivella. E che ora è finita sul tavolo dei giudici del Tribunale amministrativo regionale della Lombardia.
La maxi bonifica finisce in Tribunale
I proprietari del sedime da 70mila metri quadrati di superficie hanno, infatti, impugnato gli atti del Comune con i quali è stato preso possesso temporaneo dell’area proprio per avviare l’attività di messa in sicurezza dell’ex cava, attanagliata dal degrado e dalla presenza di materiali inquinanti. I terreni risultano contaminati da metalli pesanti e composti organici, con superamenti in falda per i solventi clorurati.
Cosa prevede l'intervento da 6 milioni
La progettazione prevede la messa in sicurezza permanente tramite la chiusura superficiale e il ripristino ambientale del sito, oltre al monitoraggio post operam dei biogas.
Nel corso dei decenni, l’Amministrazione aveva emesso diverse ordinanze, non ottemperate, finalizzate proprio alla messa in sicurezza dell’area, che avevano dato il via a un lungo contenzioso giudiziario al termine del quale la giustizia amministrativa aveva confermato (l’ultima volta nel 2014) il legittimo atteggiamento e operato dell’ente.
"Inerzia dei proprietari"
"Vista l’inerzia dei destinatari delle ordinanze, il Comune si è attivato in ogni modo per risolvere il problema - hanno osservato dalla Giunta - È riuscito a interagire con la Regione, che ha attivato i poteri sostitutivi per l’esecuzione delle opere di bonifica".
La Nova Elfe, infatti, è inserita nell’elenco dei cosiddetti siti orfani. E i proprietari, rimasti immobili in questi anni, ora temono che alla fine i costi di questo massivo intervento possa ricadere sulle loro spalle. Da qui la presentazione di un ricorso che l’Amministrazione ha considerato "strumentale" e finalizzato "a non subire il ribaltamento integrale dei costi a seguito della rivalsa che sarà posta in essere dalla Regione", hanno proseguito dall’Esecutivo locale guidato dal sindaco Dario Veneroni.
A febbraio 2025 Palazzo Lombardia aveva lanciato la gara pubblica finalizzata all’individuazione degli operatori che si occuperanno non solo della bonifica del sito di Vimodrone, ma dei complessivi 18 sparsi in tutto il territorio lombardo. E praticamente in contemporanea è arrivato il ricorso dei proprietari «silenti», che ora quindi aprirà le porte a un processo davanti al Tar.
La Giunta nei giorni scorsi si è costituita in giudizio, nominando i due avvocati (parcella di circa 8mila euro) che già un decennio fa avevano seguito per conto dell’ente i contenziosi incentrati sulla stessa Nova Elfe.
I tempi stretti imposti dal Pnrr
Ma questo ricorso ora rischia di rallentare l’attività di bonifica? Sarebbe un guaio perché il Pnrr prevede la riqualificazione di almeno il 70% della superficie del suolo entro il primo trimestre del 2026. Insomma, i tempi sono stretti.
L'area sarà espropriata: diventerà un parco
Su questo aspetto l’assessore all’Ambiente Andrea Citterio è fiducioso, annunciando che a maggio è previsto l’avvio dei lavori.
"Il ricorso al Tar è legato al tentativo da parte dei proprietari di scongiurare il pagamento dei costi della bonifica - ha osservato - Tuttavia, terminato l’intervento, avvieremo l’iter per l’esproprio, affinché l’area messa in sicurezza possa diventare un parco pubblico fruibile dai cittadini".