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L’arcivescovo: “Vinceremo le Olimpiadi se le accoglieremo come un’occasione di incontro”

Monsignor Mario Delpini ha incontrato i rappresentanti delle realtà sportive della Diocesi e ha consegnato loro la "Lettera agli sportivi"

L’arcivescovo: “Vinceremo le Olimpiadi se le accoglieremo come un’occasione di incontro”

Mancano 103 giorni dai Giochi olimpici di Milano Cortina 2026 (che scatteranno il 6 febbraio 2026). Così l’arcivescovo Mario Delpini ieri sera, venerdì 24 ottobre 2025 ha incontrato a Milano una delegazione di dirigenti, allenatori e atleti delle società sportive del territorio ambrosiano, nell’ambito del tradizionale Incontro diocesano del mondo dello sport. Lo scopo era consegnare loro la sua “Lettera agli sportivi”.

Una vittoria che non si premia con la medaglia

L’arcivescovo, ospite dell’oratorio Sant’Antonio Maria Zaccaria, ha invitato chi pratica sport a considerare vittorie non solo quelle ottenute dalle prestazioni agonistiche e di non badare solo agli aspetti organizzativi, pratici ed economici, ma anche a qualcosa che va molto più in là.

Molti, mi immagino, assicurano che vinceremo perché gli impianti saranno pronti, l’organizzazione sarà eccellente, l’accoglienza sarà cordiale. Vincerà Milano. Vincerà Cortina. Molti, mi immagino, assicurano che vinceremo perché le spese saranno coperte, perché ci saranno ricavi incoraggianti e guadagni per tutti: organizzatori, albergatori, commentatori.

Molti, mi immagino, assicurano che vinceremo perché gli atleti registreranno risultati eccellenti, saranno abbattuti dei record, si copriranno di gloria nuovi campioni.

Rivolgo un messaggio agli sportivi e a tutti coloro che tengono vivo lo sport nella moltitudine delle discipline, nella gestione delle risorse, nella coltivazione di prospettive promettenti, per dire che abbiamo bisogno di altre vittorie, ci aspettiamo risultati più duraturi della gloria effimera delle giornate dei giochi.

“Lo sport è un bene per la comunità”

Per Delpini lo sport ha un valore più alto e duraturo, che si intreccia con i valori di solidarietà che si trovano nel Vangelo e per questo è un bene per la comunità:

Lo sport è un bene per tutta la comunità perché può favorire lo sviluppo armonico delle persone integrando e favorendo la salute, il benessere, l’integrazione di tutti gli aspetti delle persone.

Sarà una sconfitta, invece, se l’esasperata ansia di prestazione mortifica la vita degli atleti, sottopone a sforzi che rovinano la salute, diventa un’ossessione per gli atleti, le loro famiglie, i preparatori atletici.

Lo sport è un bene per tutta la comunità perché diventa occasione di incontro, di conoscenza, di apprezzamento, di amicizia tra atleti olimpici e paralimpici di tutto il pianeta.

Sarà una sconfitta se l’incontro diventa scontro, se la rivalità diventa ostilità, se la vittoria a tutti i costi induce a comportamenti scorretti.

Lo sport è un bene per tutta la comunità, perché è inclusivo: accoglie atleti da ogni parte del mondo senza discriminazione di condizione economica, appartenenza politica, cultura, lingua, religione, accoglie atleti e paratleti riconoscendo le possibilità di ciascuno e accettando i limiti di ciascuno.

Sarà una sconfitta se le differenze diventano motivo di disprezzo, di discriminazione, di prevaricazione de di chi è più potente e forte su chi è più debole e povero.

Una vittoria se l’occasione sarà vissuta nel modo giusto

Proprio per questi motivi lo sport è praticato e incentivato anche negli oratori e le Olimpiadi saranno una vittoria, secondo sua Eccellenza, non tanto se riusciranno e gli atleti italiani otterranno risultati, ma se saranno un’occasione per praticare determinati valori.

La comunità cristiana si sente parte dell’entusiasmo delle nostre città per l’evento prossimo, perché ha una lunga tradizione di integrazione dell’attività sportiva nella proposta educativa.

Nelle strutture ecclesiali lo sport è promosso come una pratica che forma le persone a sviluppare le proprie capacità, a intessere relazioni di squadra costruite sul rispetto, sull’amicizia, sulla ricerca dei risultati migliori possibili, secondo i principi olimpici. Sui campi degli oratori hanno mosso i primi passi alcuni che sono diventati campioni per i risultati conseguiti, portando in sé l’impronta indelebile dell’educazione cristiana.

La comunità cristiana, però, sente la responsabilità di essere voce critica e lucida denuncia di quelle degenerazioni che rovinano lo sport nel culto idolatrico del successo, del denaro, dell’esibizionismo, della competizione esasperata.

Vinceremo le Olimpiadi e le Paralimpiadi? Sì, vincerà Milano, vincerà Cortina se tutto quello che precede, accompagna e segue l’evento confermerà che lo sport è un bene per le persone e per la società. È la vittoria più difficile. È la vittoria più necessaria.

Il culmine di un percorso

La serata ha rappresentato la fase conclusiva di un percorso di animazione, iniziato nel 2022, dal titolo “Orasport on fire tour”, che ha visto circolare i valori olimpici di eccellenza, amicizia, rispetto e fratellanza con attività e proposte educative. Il segno distintivo del tour è stato il passaggio di una fiaccola negli oratori della Diocesi di Milano, che ha preparato ragazzi e famiglie a vivere con spirito educativo l’appuntamento di Milano Cortina 2026.

Ora la Fiaccola di Orasport on fire tour, che negli anni scorsi ha fatto tappa negli oratori delle province di Lecco, Monza e Brianza, Varese e nell’hinterland milanese, farà il suo ultimo viaggio negli oratori della città di Milano, indicando nel bene comune la vera vittoria dello sport.