La piccola orchestra dei popoli al Teatro Trivulzio
Nell’ambito della manifestazione di Melzo Incontra un concerto che riunisce musicisti da culture diverse e strumenti ottenuti dal legno delle barche dei migranti
Venerdì sera infatti si è esibita la Piccola Orchestra dei Popoli, il complesso che riunisce persone provenienti da culture e religioni diverse. Gli strumenti dell’orchestra poi sono realizzati dai detenuti del carcere di Opera, trasformando il legno di barconi approdati a Lampedusa e destinati alla rottamazione.
Uno spettacolo in due atti
Nella prima parte dello spettacolo è stata narrata la storia del legno nero dell’Africa attraverso un testo magistralmente interpretato da Diana Bettoja. Il materiale degli strumenti in origine servì per costruire barche da pescatori che, una volta in disuso, furono utilizzate dai migranti per attraversare il Mediterraneo. Giunto il barcone sulle sponde italiane, il legno diventa strumento per dar voce a quelle vite spesso spezzate nel tentativo di raggiungere un futuro migliore: nascono così il violino, la chitarra, il violoncello e il liuto del mare.
Nella seconda parte il concerto della Piccola Orchestra è stato una navigazione metaforica in un mare che unisce e non divide; un viaggio verso un futuro migliore accompagnato da brani provenienti da tutto il mondo e da tutte le culture.
Una testimonianza di riscatto
Le due sezioni del concerto sono state intermezzate dalla testimonianza di Paolo, ex detenuto del carcere di Opera, che ha contribuito alla realizzazione degli strumenti. Nel 2012 infatti all’interno del carcere è nato un laboratorio di liuteria in cui alcuni detenuti possono apprendere questa antica arte da un maestro.
Paolo, che oggi ha finito di scontare la sua pena, continua a lavorare come liutaio e ha spiegato come questa opportunità lo abbia aiutato a trovare nuova speranza nella vita. Inoltre è stato proprio il suo team a realizzare il primo violino del mare.
Per me questo lavoro è stato tanto, soprattutto pensando cosa sono questi legni. Mentre lavoravo pensavo che anche quel pezzo ha partecipato a salvare una vita. Io ho passato due anni di guerra da piccolo e quindi sento tutta la difficoltà di queste persone.